La Rai, principale azienda radiotelevisiva Italiana, ha istruito, educato e divertito intere generazioni. Oggi, come in una favola alla rovescia, da carrozza di lusso è diventata zucca. Ha compromesso la missione del servizio pubblico per assolvere al ruolo di servizio privato, asservito alla politica di turno e ai partiti…
Il tutto nella totale incuranza del principale cliente, il telespettatore – o meglio il cittadino utente – il quale, confuso e assuefatto a questo stato di cose, non comprende più la differenza tra servizio pubblico televisivo e televisione commerciale. Il tutto, peggio ancora, nella totale incuranza degli interessi dell’azienda stessa il cui CdA, responsabile di scelte autolesionistiche che hanno favorito la concorrenza e prodotto consistenti perdite erariali, ha cercato di rimediare ai propri errori con piani di risanamento a scapito dei dipendenti, mantenendo intatti, e anzi incrementando, per i propri membri compensi, stipendi e prebende.
Il 4 maggio 2012 questo stesso CdA, scaduto il 28 marzo scorso, si appresta a presentare all’assemblea dei soci il bilancio 2011, in apparente attivo grazie ad imponenti tagli a strutture strategiche dell’azienda e al personale. Subito a seguire, dopo l’approvazione del bilancio, si profilano altri tagli sul prodotto per almeno 46 milioni di euro.
“La RAI non ha bisogno di “sarti” alla dirigenza ma di persone serie e competenti che abbiano ben chiaro e scevro da inquinamenti il concetto di SERVIZIO PUBBLICO RADIOTELEVISIVO. A lei spetta l’importante funzione democratica di informare e formare le coscienze del cittadino, che ha il diritto a tutti gli strumenti necessari per vivere in un paese che vuole essere all’altezza e affidabile nel panorama europeo” Questo il grido di legittima indignazione dei dipendenti dell’azienda e su queste istanze si fonda la manifestazione di IndigneRAI del prossimo 4 maggio: PER UNA RAI SERVIZIO PUBBLICO – PER UNA RAI DEI CITTADINI – PER UNA RAI BENE COMUNE – PER UN PAESE DEMOCRATICO, CIVILE E MIGLIORE
Ed è importante fare presto e bene per scongiurare il rischio di andare alle elezioni con un sistema dell’informazione come quello attuale. E’ importante avere presto e compiuta una riforma del governo del servizio pubblico televisivo che, concepita sull’esempio dei migliori modelli europei, si fondi su candidature per la direzione del CdA RAI e dell’AGCOM, all’insegna della competenza e trasparenza.
E’ proprio di oggi la tanto clamorosa quanto autorevole presa di posizione delle Nazioni Unite che con Frank La Rue – relatore speciale dell’Onu per la libertà di manifestazione del pensiero – ha scritto al nostro governo per manifestare grande preoccupazione sulla vicenda dei rinnovi delle cariche dell’Autorità garante delle comunicazioni. Con una lettera indirizzata al Sottosegretario agli Esteri, Staffan De Mistura, il funzionario ha chiesto all’esecutivo di lanciare una consultazione pubblica coinvolgendo anche la società civile e di pubblicare i curricula dei candidati in un’ottica di trasparenza e a garanzia dell’imparzialità dell’authority. Lo stesso La Rue si è messo personalmente a disposizione del governo italiano per offrire la sua cooperazione tecnica al processo di nomine dell’Agcom in corso, per garantire che avvenga in modo trasparente e corretto.
Un “osservatore” dell’Onu che indossa il casco blu e arriva a Roma per vigilare sulle mosse del governo come nelle elezioni delle democrazie instabili in odor di brogli, ben rappresenta lo stato di criticità e rischio in cui versa il sistema dell’informazione nel nostro paese. E se il relatore speciale delle Nazioni Unite per la libertà di manifestazione del pensiero ha diritto di chiedere ufficialmente al nostro governo di garantire maggiore pluralismo nelle nomine dei membri di un’autorità pubblica di controllo, i dipendenti RAI e i cittadini utenti hanno il dovere non meno grave di pretendere pari garanzie nel governo e nella concezione stessa del servizio pubblico televisivo del nostro paese.