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Palermo, quella di Leoluca Orlando è anche la vittoria della rivolta antimafia

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La vittoria straripante di Leoluca Orlando a Palermo, a vent’anni quasi esatti dalla strage di Capaci, e’ anzitutto un messaggio di speranza di una città che ha vissuto sulla sua pelle il dolore dello stragismo, l’onta della politica collusa  con la mafia, ma anche la forza della ribellione, della rivolta antimafia guidata proprio dal sindaco che oggi torna a guidare la città. Una sfida difficile, per il disastro ereditato dal centrodestra, per le difficoltà di trovare le risorse per  dare risposte concrete a una città attraversata da un disagio che è quello del paese moltiplicato per dieci e dove una mafia che non si manifesta più in modo eclatante, bensì inabissata nel grande mare dell’economia illegale, del malaffare, della corruzione, protende le sue mani su tutto ciò che può accaparrare.  Questo, per quanto riguarda il significato “locale” del voto di Palermo.

Tuttavia, vi è anche un valore politico generale del voto palermitano. Anzitutto, esso va letto in relazione alle dinamiche del centrosinistra. A Palermo, come in altre città, il candidato ufficiale del Pd, “nominato” da elezioni primarie offuscate da brogli e irregolarità, è stato sonoramente sconfitto, denunciando la lontananza degli apparati di partito dai sentimenti degli elettori. Così come è avvenuto in altre città, dove il centrosinistra ha vinto grazie a candidati non legati alle oligarchie politiche, come a Genova o a Rieti.

Infine, la vittoria di Orlando può dire qualcosa anche in relazione al successo clamoroso delle liste del Movimento Cinque Stelle che, con la vittoria di Parma, si proietta come protagonista delle future elezioni politiche. Ebbene, il vento della protesta e del disagio, che troppo spesso viene etichettato come antipolitica, a Palermo ha gonfiato le vele di Orlando perché il nuovo sindaco di Palermo è riuscito a intercettarlo, offrendo una risposta politica alla protesta. Pierluigi Bersani fa bene a compiacersi del risultato complessivo del centrosinistra, farebbe molto male a non cogliere il messaggio del voto che dice una cosa precisa anche sulle future elezioni politiche : il centrosinistra può vincere solo se si rifonda a partire dai propri elettori che sanno scegliere gli uomini e e le  alleanze giuste, superando le attuali configurazioni partitiche e delineando un campo largo nel quale, finalmente, possano trovarsi come a casa loro.
A Leoluca Orlando, da sempre amico di Articolo21 , il nostro sincero e affettuoso augurio di buon lavoro.


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