Grazie presidente, 34 anni fa, Nella notte tra l’8 e il 9 maggio (1978), a pochi giorni dalle elezioni amministrative, veniva ucciso e fatto saltare in aria Peppino Impastato, un giovane, impegnato per il bene della sua terra, candidato a consigliere comunale nella sua cittadina, Cinisi, piccola località in provincia di Palermo.
La sua colpa era quella di avere avuto il coraggio di denunciare i nomi e i cognomi dei mafiosi e dei politici collusi, che, insieme, stavano abusando del suo territorio. Deturpavano la sua cittadina con una urbanizzazione selvaggia e favorivano l´arrivo dei grandi flussi di eroina e di sostanze stupefacenti, attraverso il controllo dell’aereoporto di Palermo e del suo ampliamento.
Sin da ragazzino Peppino Impastato aveva avuto il coraggio di rompere i rapporti con il padre, amico del boss della zona, Tano Badalamenti. Peppino aveva sentito il bisogno di andare per la sua strada, cioè di mettersi contro la mafia, perché sentiva che quella era la strada giusta.
E aveva fondato una radio locale: Radio AUT. Dalle cui frequenze aveva il coraggio di prendere in giro pubblicamente quei mafiosi e quei politici di cui tutti avevano paura. Inoltre denunciava in modo chiaro e schietto tutto quello che di losco avveniva nei dintorni, indicandone gli autori con nome e cognome.
E lo faceva anche se l´autore era proprio quel pericoloso boss, quel Tano Badalamenti, che abitava di fronte, a soli 100 passi da casa sua. E che diventerà poi il mandante del suo omicidio.
Mi preme qui oggi,
signor Presidente,
portare in quest´aula il ricordo di Peppino Impastato.
Il ricordo di un uomo dalla schiena dritta,
Un uomo che non ha esitato a compiere scelte nette: di verità, di denuncia.
Un uomo che si è impegnato in prima persona, mettendosi a fare politica, candidandosi per l´amministrazione del suo comune, per cercare di difendere la propria terra e gli interessi della sua gente . Tanto che la sua gente l´hanno votato, nonostante fosse stato ucciso qualche giorno prima delle elezioni.
Così come mi preme,
signor Presidente,
raccontare qui oggi, in aula, dei “100 passi dei sindaci”, compiuti stamattina, in ricordo di Peppino Impastato:
tanti amministratori, sindaci, assessori, consiglieri comunali, provenienti da tutta Italia, alcuni dei quali giá sono stati vittime di minacce di natura mafiosa.
Si sono dati appuntamento proprio a Cinisi, per sfilare per la cittadina, percorrendo quegli stessi 100 passi, dalla casa di Impastato fino a quella di Tano Badalamenti, per tenere alto il ricordo di Peppino Impastato e del suo coraggio e per dire insieme, a titolo simbolico, ad alta voce: “siamo tutti Peppino Impastato!
Non c´è intimidazione che ci possa spaventare.
Siamo in tanti, ad essere pronti a denunciare.
Siamo in tanti a volere cambiare.
Siamo in tanti a non avere più paura delle mafie.”
Io vorrei, signor Presidente che anche noi in modo simbolico, ci unissimo alla voce di questi amministratori nel ricordo di Peppino Impastato, affinchè anche da questa autorevole aula diciamo:
Non possiamo tollerare che continuino ad esserci amministratori minacciati dalle mafie.
Non ci devono più essere amministratori morti ammazzati.
Non ci devono più essere omicidi come quello di Peppino Impastato, Francesco Fortugno, Angelo Vassallo.
L´iniziativa “100 passi dei sindaci”, promossa da Avviso Pubblico e dalla Casa Memoria Peppino Impastato, a cui va il mio ringraziamento, prevede una serie di eventi. Ne vorrei citare uno tra i tanti, col quale si capisce bene quanto il ricordo di personalità come Peppino Impastato possano avere uno straordinario valore.
Sabato prossimo i bambini della squadra di calcio di Cinisi saranno ospiti di un comune del nord Italia, nel bolognese. I giovani amministratori di Bazzano, infatti, amministratori seri, in gamba, anche loro molto impegnati per la legalità, giá da qualche anno prevedono il torneo “diamo un calcio alle mafie”, dedicato proprio a Peppino Impastato. Quest´anno al torneo hanno invitato anche la sindaco di Monasterace, Maria Lanzetta, recentemente vittima di pressioni ndranghetiste.
L´obiettivo è quello di creare un ponte della solidarietà tra amministratori impegnati per la legalità e amministratori minacciati. Anche questo un modo per dire: gli amministratori coraggiosi non sono più soli. Chiunque osi fare loro del male dovrà fare i conti con tutta la collettività, anche lontana chilometri di distanza, pronta a mobilitarsi.
Ecco presidente,
proprio per sostenere la gente coraggiosa che oggi lavora in tanti comuni,
per incoraggiare anche il prezioso operato dei tanti amministratori, seri, onesti, che si impegnano per la legalitá, e per il bene dei propri concittadini
credo che sia molto importante ricordare l´esempio di uno straordinario uomo come Peppino Impastato.
Un uomo che non si è piegato, non si è voltato dall´altra parte, non ha accettato compromessi, ma ha avuto il coraggio di parlare, di denunciare, e anche di impegnarsi politicamente per combattere per il bene del proprio territorio.
Grazie Presidente!
* Intervento alla Camera dei Deputati del 9 maggio 2012