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La carovana antimafia fa tappa a Mesagne per onorare Melissa

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di Cristina Pede
La tappa brindisina non era prevista nella diciottesima edizione del tragitto internazionale itinerante del 2012 che si svolgerà dall’11 aprile all’11 ottobre. Ma Mesagne, paese del brindisino colpito dal lutto per la strage alla scuola Morvillo – Falcone di Brindisi, aveva già subito un attacco, lo scorso 5 maggio, quando fu fatta saltare in aria la macchina del presidente antiracket mesagnese, Fabio Marini. La carovana guidata da Don Ciotti e promossa da Arci, Libera e Avviso pubblico, si è fermata in segno di solidarietà per Marini ma anche per Melissa e per Veronica, Vanessa, Selene, Azzurra, Sabrina.

Il passaggio da Brindisi era previsto per sabato 19 maggio per poi fare tappa a Mesagne lo stesso giorno. La strage che è stata compiuta a poche ore dal passaggio della carovana ha fatto subito pensare ad un possibile collegamento, così come altri piccoli tasselli: dal nome della scuola intitolata alla moglie del giudice Falcone al prossimo ventennale dalla strage di Capaci. Ipotesi che proprio in queste ore vengono meno mentre prende piede la pista del gesto di un mitomane.

La manifestazione di Mesagne ha seguito di poche ore quella di Brindisi in Piazza della Vittoria, organizzata in gran fretta e fortemente voluta dal sindaco Mimmo Consales, il quale ha dichiarato tre giorni di lutto cittadino da sabato 19 a lunedì 21 maggio, giorno dei funerali di Melissa Bassi, unica vittima della strage, quando sarà lutto cittadino anche a Mesagne. Le polemiche durante la manifestazione di Brindisi, che ha accolto in maniera spontanea migliaia di persone provenienti da tutta la Puglia, all’indirizzo dei politici e del vescovo di Brindisi, Monsignor Talucci, si sono spente, smorzate probabilmente anche dalle parole del sindaco di Brindisi che ha urlato “c’è il sangue di Melissa su questo palco, smettiamola di fare polemica e restiamo uniti contro i fenomeni che attaccano i nostri figli”.

A Mesagne, durante la tappa della carovana, sicurezza è stata la parola d’ordine per il presidente provinciale Massimo Ferrarese, la vorrebbe assicurare al popolo brindisino e la pretende dalle istituzioni centrali. “Sconfiggere qualcosa che non riesci a definire non è facile – per il governatore Vendola – non puoi pensare razionalmente contro chi provoca una mattanza di ragazzini, futuro del genere umano. Assumiamoci, ognuno di noi il proprio impegno contro le culture della violenza e della sopraffazione”. Il sindaco di Mesagne, Franco Scoditti, ha invece rassicurato la propria comunità, “noi non dobbiamo uscire dal tunnel dell’illegalità, lo abbiamo già fatto tanto tempo fa, ci siamo ribellati e impegnati, non dobbiamo abbassare la guardia”.

Una immensa folla, in maniera spontanea e commossa, ha ascoltato  il coro unanime di chi l’ha presenziata di condanna e allerta, sia che l’attentato alla scuola di Brindisi sia opera di un atto mafioso o terroristico o ispirato da una mente malata. “Siamo voluti passare da Mesagne perché la riteniamo la capitale sociale dell’antimafia, lo raccontiamo sempre in carovana, Corleone e Mesagne non sono città di mafia” ha dichiarato dal palco il presidente nazionale della carovana, Alessandro Cobianchi, nel ricordare l’attacco di ieri avvenuto “con modalità mafiosa e per mano di qualcuno che sembra essersi fatto giustizia da solo certo di rimanere impunito”. La carovana di quest’anno si chiama non a caso “Fare società” perché la responsabilità di dar vita al cambiamento è di tutti, per una società diversa. “Non abituiamoci agli attacchi ma scacciamoli con rabbia e indignazione, è l’unico modo per porre fine alle ingiustizie e ai massacri”.

Don Luigi Ciotti, presidente della Onlus “Gruppo Abele nata per dar voce a chi non ne ha”, non voleva prendere la parola ma è stato sicuramente l’intervento più atteso e acclamato. Le sue parole sanno toccare profondamente l’animo di chi ascolta, le centinaia di occhi attenti ai discorsi di tutti, si sono finalmente lasciate andare alle lacrime a stenti trattenute nel pensare all’innocenza violata di ragazze che si affacciavano alla vita piene di speranza.

“La speranza siete voi – ha commentato Don Ciotti – perché la malattia mortale da sconfiggere è l’indifferenza e la rassegnazione, mai pensare che le cose non cambieranno, il cambiamento ha bisogno di tutti noi anche attraverso il cartello che vedo qui di fronte a me “La forza sta in chi si rialza” e noi ci rialzeremo, ma Mesagne si è già rialzata”. Don Ciotti ha fatto riferimento ai fenomeni malavitosi dei decenni passati, alla capacità dei mesagnesi di unirsi alle istituzioni per la lotta alla criminalità, per aver saputo scuotere le coscienze. La carovana stima e riconosce nella terra brindisina un atto eroico e di coraggio che ancora non ha compiuto il suo ciclo, un ultimo sforzo ha raccomandato Don Ciotti, bacchettando anche i politici presenti, “perché quando la politica non dà risposte ed è lontana dai giovani, non è politica”, ha invitato a rompere i cerchi di silenzio e omertà e ai ragazzi ha raccomandato di andare a scuola, senza paura né timori ma con la capacità di vivere e non di lasciarsi vivere, perché la vita sia piena di senso e di significato. Il 29 maggio, giorno dedicato alla legalità, la carovana sarà di nuovo a Mesagne.

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