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L’”Iniziativa per un Freedom of Information Act in Italia” chiede un incontro a Monti

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Gli atti e i documenti della pubblica amministrazione devono essere accessibili. L’“Iniziativa per un Freedom of Information Act in Italia” ha chiesto un incontro con il Presidente del Consiglio Mario Monti, per sollecitare anche nel nostro Paese l’adozione di una legge che è già in vigore in decine di democrazie.Nella conferenza stampa tenutasi oggi presso la della Camera dei Deputati, l’Iniziativa – che raggruppa settantaquattro tra associazioni, giornalisti della carta stampata e del web, giuristi e tecnici della pubblica amministrazione, politici, professori universitari e singoli cittadini – ha dato voce alla domanda di trasparenza che in questo momento sale forte dall’opinione pubblica italiana. Il senatore Pietro Ichino ha ricordato che la disponibilità degli atti della pubblica amministrazione è già prevista da una legge del 2009, che però è rimasta lettera morta in quanto priva di sanzioni. Se le legge fosse già stata operante, ha aggiunto, avrebbe reso più difficili le malversazioni emerse recentemente nella vita interna dei alcuni partiti. “Dobbiamo mutuare l’idea anglosassone del cittadino che, in quanto contribuente, ha il diritto di sapere”, ha sostenuto la storica Elena Aga Rossi: “il F.o.i.a. può produrre un autentico cambiamento nella cultura del Paese, spingendo i cittadini ad uscire dall’apatia dei sudditi”. Raffaele Fiengo, giornalista, uno degli animatori della campagna,  ha chiesto al Presidente del Consiglio Monti di dare concreta prova di “europeismo” ed ha sottolineato il consenso che l’Iniziativa sta riscuotendo in molti settori della società e nel lavoro parlamentare. Il senatore Vincenzo Vita ha illustrato infatti una bozza di mozione con la quale si chiede al governo di inserire il tema tra i testi che saranno prodotti dalla “cabina di regia” dell’agenda digitale. L’on. Emilia De Biasi ha messo in evidenza che proprio questo è il momento per dare il via al provedimento, ora che i partiti sono chiamati a rendere trasparenti le proprie modalità di finanziamentoL’on. Giuseppe Giulietti si è augurato che il governo voglia “scippare” il tema all’iniziativa parlamentare e lo inserisca nel primo provvedimento utile, se necessario persino in forma di decreto-legge. Roberto Natale, presidente della Federazione nazionale della stampa italiana, ha ricordato che questa legge aiuterebbe a combattere la corruzione, produrrebbe risparmi per lo Stato, ripristinerebbe un rapporto di fiducia tra cittadini e pubblica amministrazione: sarebbe dunque un contributo concreto, e a costo zero, ad una rinnovata credibilità delle istituzioni.L’Iniziativa ha lanciato un appello a tutti i cittadini e gruppi che potranno aderire attraverso il sito www.foia.it.

Di seguito il testo dell’appello.
Noi riteniamo che uno dei mali, e tra i più gravi, che colpisce la nostra Repubblica sia il cattivo rapporto tra cittadini e pubblica amministrazione, e l’attuale legislazione che fa della pubblica amministrazione un corpo separato e opaco.Riteniamo essenziale il riconoscimento del diritto di tutti di chiedere conto delle scelte e dei risultati del lavoro amministrativo, con una legge sul modello del Freedom of Information Act presente in moltissimi paesi democratici.Vogliamo quindi l’introduzione, anche nella disciplina italiana, dell’obbligo per la pubblica amministrazione di rendere trasparenti i propri atti.Consideriamo che un passo fondamentale sarebbe anche l’introduzione in Italia della Convenzione del Consiglio d’Europa del 18 giugno 2009 sul diritto di accesso ai documenti ufficiali, così da garantire «il diritto di ognuno, senza discriminazioni di alcun tipo, all’accesso, su semplice richiesta, dei documenti detenuti dalle pubbliche autorità».È fondamentale per uno stato democratico che – come è scritto nella stessa Convenzione – il cittadino si formi «una opinione sullo stato della società e sulle autorità pubbliche» e rafforzi «l’integrità, l’efficienza, l’efficacia e la responsabilità delle autorità pubbliche favorendo così l’affermazione della loro legittimità».Consapevoli che l’assenza di un rapporto paritario tra cittadino e pubblica amministrazione ha un peso crescente nel progressivo declino della nostra Repubblica, chiediamo che una nuova normativa in grado di garantire il diritto di accesso alle informazioni della pubblica amministrazione entri con urgenza nell’agenda governativa e parlamentare.


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