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Il centrodestra è evaporato, ma i Tg fanno fatica a riconoscerlo

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I Tg di lunedì 7 maggio – Avete presente quando  il telecronista è proprio scarso, e il teleutente è tentato di azzerare l’audio per godersi le sole immagini del match?  Bene, la serata dei risultati è una di quelle occasioni: buona parte dei Tg ha dato pessima prova di sé, e certo non a caso. Su Mediaset, ma anche sul Tg1, abbiamo visto nei giorni scorsi decenti servizi sulle presidenziali francesi, e stasera, al contrario, assenza di lucidità ed un’ offerta di dati raffazzonati sulle elezioni a noi più vicine. Il motivo è collegato alla difficoltà di riscontrare e comunicare la catastrofe del centro destra, sia nella componente Pdl  – quasi dappertutto sotto il 10% –  che in quella leghista. Da sottolineare – ma quasi nessuno lo ha fatto – che la stessa vittoria dell’eretico Tosi a Verona ha ricevuto dalla lista propriamente leghista un contributo di appena il 10%. TG 4 si salva affiancando alla conduzione per lunghissimi minuti la presenza di Paolo Mieli.  In controtendenza un Tg 2 alquanto lucido e diretto che – unica testata – dedica un doveroso servizio alla città del terremoto, con la buona affermazione dell’attuale sindaco aquilano Cialente. Tg 1 – vessato anche da problemi tecnici – decide di aprire con l’attentato terroristico al dirigente Ansaldo di Genova. Sufficiente anche la copertura di Enrico Mentana,  che i dati  non solo li dà, ma li spiega e commenta. L’attenuante dell’orario anticipato – le 19,00 – spiega in parte un’edizione del Tg 3 non certo brillante.

Eppure non sarebbe stato impossibile produrre una lettura che parte dalla constatazione della fine del ventennio berlusconiano  – in termini politici e, purtroppo, non ancora culturali – e che identifica i nuovi processi di aggregazione senza tacciarli di anti politica. Il successo dei grillini fa infatti giustizia delle tante etichette prestampate di cui  molti Tg hanno fatto uso ed abuso nelle scorse settimane. In assenza del Grande capo, stasera  i grillini hanno parlato con la propria voce e sono apparsi tutt’altro che anti-politici.

Alberto Baldazzi


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