BASTA VIOLENZA SULLE DONNE - 25 NOVEMBRE TUTTI I GIORNI

Il calcio è malato così come lo è la nostra nazione

0 0

Non era esagerazione quando, qualche settimana fa, titolammo “La slavina”, in riferimento all’apertura del processo sportivo sui risultati delle indagini giudiziarie relative alla prima tranche del calcio scommesse. Ora è arrivata la valanga sui singoli calciatori, sulle società, persino sulla nazionale. E non è finita qui. Non solo perché il Pm di Cremona, De Martino, prevede coinvolgimenti diretti delle società che, nel caso fossero dimostrati, comporterebbero non solo penalizzazioni di punti, ma la retrocessione diretta. Devono infatti arrivare ancora i risultati delle inchieste di Napoli e Bari.

E’ un giorno amaro per il calcio italiano, perché emerge un sistema diffuso di corruzione e malaffare che muove un enorme giro di denaro illegalmente ottenuto (si parla di 2 milioni di euro solo per la partita Lecce-Lazio). Si appalesa un coacervo di interessi ben rappresentato dalla foto di quel pranzo nel quale si sono ritrovati criminali incalliti, giocatori del Genoa e della Lazio, ultras genoani.
Il materiale raccolto dagli inquirenti è davvero imponente e ci consegna comunque la foto inquietante di un mondo dove calciatori che già guadagnano milioni di euro frequentano loschi figuri che fanno balenare loro la possibilità di ulteriori illeciti arricchimenti, nel quale ci sono società che fanno finta di non vedere quel che tutti sanno o che partecipano direttamente alla manipolazione dei risultati per ottenere vantaggi di classifica, e ci sono allenatori che sono direttamente coinvolti. Tutto ciò, poiché noi siamo garantisti, dovrà essere naturalmente provato oltre ogni ragionevole dubbio in sede penale. La giustizia penale agisce tuttavia su un piano diverso da quella sportiva: difatti, mentre la prima deve colpire i reati, la seconda deve giudicare e sanzionare comportamenti che violano i codici di lealtà e correttezza. Ci auguriamo che ciò avvenga a tutti i livelli e senza guardare in faccia nessuno, se non si vuole che il pubblico abbandoni sempre più questo sport.
Intanto, dobbiamo dire che il calcio si conferma specchio fedele del paese, ne introietta valori e disvalori, vizi e virtù. Il calcio è malato così come lo è la nostra nazione, la corruzione e il malaffare dilagano, intrecciandosi con la malapolitica e la criminalità organizzata, contagiando ogni ganglo della nostra vita civile. Ma non tutti sono uguali né nella società, né nella politica, né nel mondo del calcio. Ci sono i complici del malaffare e quelli che lo combattono. Per anni tutti coloro che in politica denunciavano il degrado del paese, erano attaccati come giustizialisti, forcaioli, moralisti. È accaduto ai magistrati antimafia, accusati di voler distruggere l’economia siciliana, agli autori della Piovra accusati di infangare il nome dell’Italia nel mondo, ai magistrati di mani pulite indicati come i distruttori del sistema politico. È accaduto anche nel calcio dove chi _ allenatori, dirigenti, giornalisti come Zdenek Zeman, Franco Baldini, Oliviero Beha, questo stesso quotidiano _ denunciava il marciume del sistema veniva ostracizzato, costretto all’esilio o emarginato, ridotto a un ruolo minoritario, mentre il coro cantava le lodi di Luciano Moggi. Per questo non poteva esserci momento simbolicamente più significativo per il ritorno a Roma di Zeman, dopo quello di Baldini. Non pretendiamo di indicare a nessuno modelli da seguire: le facce, le biografie parlano da sole, tanto più se raffrontate ai comportamenti di altri.
Abbiamo assistito nelle settimane scorse all’incredibile arroganza della dirigenza juventina che ha avuto la faccia tosta di rivendicare anche gli scudetti che le sono stati revocati per Calciopoli: come dire che loro della legge se ne fregano, perché la legge la fanno loro. Ora, difendono a spada tratta il loro allenatore Antonio Conte, accusato di aver partecipato alla combine di una partita quando allenava il Siena. Noi gli auguriamo di uscirne pulito come un giglio ma cosa succederà se la giustizia sportiva, che, lo ripetiamo, agisce su un piano diverso da quella penale, dovesse sospenderlo? La Juve continuerà a infischiarsene delle regole?
Sulla Lazio sarebbe meglio stendere un velo pietoso, dal momento che non esiste un solo scandalo negli ultimi trent’anni nel quale non sia in qualche modo coinvolta. La rivalità cittadina non c’entra nulla, crediamo che la grande maggioranza dei tifosi laziali sia disgustata come noi da questo orrendo spettacolo.
Quanto emerge è una vera e propria offesa a quei milioni di onesti cittadini che fanno un grande sacrificio per acquistare un biglietto per lo stadio o una partita in tv, cercandovi un po’ di lenimento alle fatiche di una vita quotidiana sempre più difficile. Così come in politica la corruzione toglie l’anima alla politica perché ne divora il senso di servizio al bene comune, il calcio scommesse uccide l’essenza del gioco del pallone, perché insinua il dubbio che ogni partita sia truccata, che a muovere il gioco non siano le qualità dei giocatori e delle squadre, bensì gli interessi illeciti.
Oggi, però, per noi, per tutto il popolo degli amanti del calcio pulito, in grado anche di portare un messaggio etico, di educazione dei giovane ai valori della legalità, del rispetto, della lealtà, della solidarietà, non è solo un giorno di amarezza, è anche un giorno di gioia evangelica: “Oportet ut scandala eveniant, è opportuno che gli scandali avvengano”, dice il Vangelo, ma poi aggiunge: “Guai a quell’uomo per colpa del quale avviene lo scandalo!”.
Vuol dire che è bene che sia stato scoperchiato il pentolone maleodorante del calcio scommesse, ma che è necessaria ora una spietata durezza per estirpare il male dalle radici. Il calcio italiano va completamente cambiato, occorrono misure rapide, esemplari, efficaci.
Ne avanzo due molto semplici: la prima è che, così come per i mafiosi, anche per calciatori, dirigenti, allenatori, riconosciuti colpevoli, si proceda alla confisca dei beni, almeno fino alla cifra guadagnata con le scommesse illecite, e li si destini a progetti di calcio etico e sociale. La seconda è che si faccia una moratoria delle scommesse finchè non si troverà un modo per garantire la regolarità di un sistema ormai totalmente fuori controllo.
Voi che ne pensate?

* Direttore Il Romanista


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21