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Dopo la sbornia grilliana, i Tg leggono i risultati

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I Tg di martedì 22 maggio 2012 – Ieri per noi i Tg avevano “perso la brocca” e annaspavano mancando sostanziosamente di cogliere gli esiti dei ballottaggi. Anche Tg 3 e TG La 7 erano risultati “ammaliati” dal successo di Grillo, che c’è ed è reale. Mentana era giunto a dire che “questo” era il risultato di maggiore spessore della consultazione. Secondo noi sbagliava, ma forse sbagliava anche “secondo lui”, visto che stasera l’apertura è dedicata all’evaporazione del Pdl e al dissolversi della Lega. Anche il Tg 3 propone stasera riflessioni più ponderate e, senza togliere nulla alla pagina quotidiana del comico che dà dello zombie a Bersani, affronta i temi politici del domani in maniera più congrua, ponendo interrogativi proprio al Pd in termini di rinnovamento dei quadri e del linguaggio della politica. Nel commento abbiamo voluto riproporre un’analisi che ci sembra calzante, da Repubblica.it: le riflessioni di Ezio Mauro sull’impatto dei risultati sullo schieramento di centro sinistra. Un’ultima segnalazione per la politica: la decisione del Pdl di astenersi in commissione sul ddl anticorruzione – abbandonando la politica ostruzionistica –  che il Tg 3 legge come effetto della batosta di 24 ore prima, è  presentata dal Tg 1 senza alcun commento e senza nessun tentativo di interpretazione.

“Scoop” del Tg 2 che propone un’intervista “esclusiva” – questa volta vera – a Monti reduce da Camp David, Brindisi e zone terremotate dell’Emilia. C’erano anche le domande del Direttore Masi, cosa a cui i telegiornali degli ultimi anni non ci avevano abituati.

L’informazione ha le penne bagnate, dopo l’orgia di anticipazioni e tentati scoop della giornata di ieri intorno all’identità dell’omicida stragista di Brindisi. Il cittadino sbattuto in prima pagina e quasi linciato all’uscita dalla Procura, risultato  poi del tutto estraneo ai fatti, fa fare autocritica ad Enrico Mentana che nei pre-titoli chiede scusa a nome suo e dei colleghi giornalisti delle altre testate. Infine ci occupiamo di seni e minorenni, ospiti quasi fissi di diverse testate, ma presenti stasera sui Tg Mediaset e sul Tg 1 sub specie del divieto dei ritocchino  estetico per le minorenni, sancito all’unanimità dalla Camera: le mamme che intendono regalare alle figlie adolescenti le tette nuove dovranno attendere la loro maggiore età.

Alberto Baldazzi

 

 

Il Commento di Ezio Mauro, Direttore di Repubblica
(da www.repubblica.it)

“Bisogna pur dire la verità: il Pdl si è semplicemente polverizzato. Governava Parma, è stato messo fuori gioco ed al ballottaggio non c’è andato. Oggi si sfregano le mani contenti accontentandosi di poco, perché a Parma il candidato grillino ha battuto quello del centro sinistra. Ma il Pdl, che ha governato la città ed ha prodotto gli scandali, non è riuscito ad andare al ballottaggio. Non ha un consigliere comunale a Parma, una città storicamente del centrodestra; ha 3 consiglieri a Palermo, è fuori dai giochi in tutta la Brianza. A questo si accompagna la crisi del suo alleato storico, la Lega, che aveva 7 candidati sindaco al ballottaggio ed ha perso in 7 comuni.

In termini numerici la situazione è quindi chiara. Il Pdl non ha capacità di coalizione, non può costruire alleanze né con la Lega, né con Casini. Il Pd è l’unico partito che, in qualche modo, resta in piedi. Questi risultati lo premiano: il Pd vince in 95 comuni mentre prima ne aveva 54; c’è un ribaltamento rispetto al Pdl; ha perso il principale competitore. Ma bisogna dire un’altra verità: il Pd vince spesso con candidati altrui. Nelle grande città, a Genova, a Palermo, il Pd vince dopo aver perso le primarie, appoggiando in coalizione il candidato che ha vinto. Non possiamo dimenticare quanto è accaduto a Milano con Pisapia e a Napoli con De Magistris. Il Pd gode quindi di un potere di saper fare coalizione alla sua sinistra con Vendola e Di Pietro, e può in qualche modo tenere aperta una prospettiva nazionale anche alla sua destra con l’Udc. Ma non c’è dubbio che il Pd è investito anch’esso da quest’onda di cambiamento. Se il Pd pensasse di potersi sedere su questo gruzzolo di voti incerti, con candidati in gran parte non suoi, e pensasse di capitalizzarlo, non avrebbe capito niente. L’onda del cambiamento investirà anche il Pd, e rimarrà in piedi chi è capace di cambiare. Ed è molto probabile che, alla fine, Bersani – che nello statuto è il candidato indicato a fare il premier, perché così recita lo statuto del Pd per il suo segretario – debba comunque aprire le primarie, aprire un meccanismo di democrazia diretta, debba dare sfogo a questa spinta verso al cambiamento da parte dei cittadini. Quello che è chiaro è che il panorama politico di oggi non sarà lo stesso delle elezioni del prossimo anno. Dal centrodestra ci sono dei voti in libera uscita ed è patetico vedere Alfano che alla sua prima prova ha una frana totale, e perde persino Agrigento che è la sua città. Alfano che dice: “Ma in  fondo siamo la maggioranza, contando gli astenuti”. Nessuno si può annettere gli astenuti. Essi sono una forma di protesta della politica, certamente più alta nel Pdl. Noi faremo le stime degli astenuti, a quale area fanno riferimento. E’ chiaro che qualche “pifferaio magico” ripasserà a cercare di coalizzare qualcosa tra i moderati e la destra, e cercare di riacchiappare quegli elettori che sono in libera uscita. Anche per questo il Pd si deve attrezzare. Ci sarà qualcosa di nuovo a destra, deve nascere qualcosa di nuovo anche a sinistra dove il Pd è in campo, ma deve saper dominare il panorama anche nella sua metà del campo. Il meteorite del cambiamento dell’antipolitica questa volta cade nella metà del campo del centrosinistra. Le parole d’ordine non sono quelle del ’92, quando c’è stata l’altra crisi nei partiti; non sono il liberismo, né il l’individualismo. Allora Berlusconi e la Lega riuscirono a trarre profitto perché il “mode”  del Paese, quello del cambiamento politico, era questo. Adesso il cambiamento è invece qualcosa che vuole la fine del pensiero unico, che denuncia la disuguaglianza come grande male dell’epoca e che vuole che i cittadini contino di più, che non vuole che i partiti confischino la delega dei cittadini, e poi l’amministrino in proprio. Vuole un rinnovamento  serio della politica. Questa cosa interpella la sinistra da vicino. Ecco perché non può fare finta di niente, guardando soltanto ai numeri.”

 

Dati Auditel dei TG di lunedì 21 maggio

Tg1 – ore 13:30 4.605.000 24.24% ore 20:00 5.733.000 22.99%.
Tg2 – ore 13:00 3.561.000 20.24% ore 20:30 3.128.000 11.30%.
Tg3 – ore 14:30 2.235.000 12.81% ore 19:00 2.659.000 15.53%.
Tg5 – ore 13:00 3.974.000 22.47% ore 20:00 5.331.000 21.14%.
Studio Aperto – ore 12:25 2.859.000 19.71% ore 18:30 1.554.000 11.26%.
Tg4 – ore 11:30 755.000 9.22% ore 19:00 1.208.000 7.11%.
Tg La7 – ore 13:30 885.000 4.66% ore 20:00 2.390.000 9.38%.

 

Fonte:www.tvblog.it

 


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