Sabato 12 maggio. Fa un gran caldo, un’estate anticipata; ma dicono che verranno i temporali e rinfrescherà. Nella parte più alta e ventilata di Roma, dove i papi misero residenza per sottrarsi all’afa, si ritrova un piccolo gruppo di persone: molto importanti e (non possiamo nasconderlo) molto preoccupate.
Sono più di tre, ma solo di tre riporteremo la conversazione; gli altri tacciono o dicono cose non rilevanti. Le indicheremo con 1, 2, 3. Pur sicuri di quanto riferiamo, non vogliamo comprometterci né compromettere.
1 – Buongiorno a tutti. Che caldo!
2 – Il clima di cui dobbiamo parlare non è affatto caldo; anzi, è piuttosto gelido.
1 – Eh… C’è stata la grandinata di domenica. Si sono spaventati tutti e sono andati a ripararsi nelle rispettive dimore. Bisogna capirli; hanno i nervi a fior di pelle e non sanno cosa fare.
2 – Mettiti, però, anche nei miei panni. La lettera che ti ho scritto è del tutto sincera: io voglio andare fino in fondo. Ma dopo la grandinata i nostri amici non solo si sono ritirati a casa loro. Hanno anche detto che non vogliono più parlar fra loro; è tanto se mi rispondono al telefono. Come si può andare avanti così?
1 – Dobbiamo fare tutto il possibile. Io rinnoverò i miei appelli, con energia ancora maggiore. Tu puoi dire che cercherai di agevolarli in tutti i modi. Poi continua per la tua strada; io ti sosterrò come sempre. Poi, sta a loro fare quello che tutti si aspettano.
3 – Sembrano confusi. Ho incontrato l’altro ieri lo sherpa del PD, Vincente…
1 – Chi è questo Vincente?
3 – Quello che, per conto del PD, si occupa di riforme istituzionali elegge elettorale…
1 – Ahh… Ma che Vincente! Violante. Vuoi dire Violante
3 – Mi scuso… Violante! Mi ha detto che con la legge che avevano messo a punto, un risultato simile a quello delle amministrative, proiettato sul piano nazionale, consegnerebbe il Paese all’ ingovernabilità .
1 – Poteva accorgersene prima. Non è un pivellino; si occupa di queste cose da almeno una trentina d’anni!
2 – Amici di Milano mi hanno telefonato per dirmi che la Lega sta pensando seriamente di non presentarsi alle prossime elezioni politiche. Fare una legge elettorale in queste condizioni è come sparare a una pernice di notte.
3 – E se non si chiude sulla legge elettorale, non si fanno passi avanti sulle riforme istituzionali.
1 – Riforme… riforme… Per modo di dire! In questa stanza non è passato nessuno senza che io gli abbia segnalato le cose sacrosante scritte da De Siervo su La Stampa. Quello che hanno architettato per distinguere Camera e Senato è una mostruosità. Però, adesso, l’essenziale è farli muovere. Non possiamo restare con un pugno di mosche in mano
2 – Cosa possiamo fare, ancora…
1 – La massima pressione; con tutti, in tutte le occasioni. Io farò la mia parte: fatela anche voi. In pubblico non possiamo andare oltre la moral suasion. Ma possiamo alzare i toni. E usare espressioni secche, drammatiche. La tua lettera è molto bella e te ne sono grato. Ma è lunga, complessa. C’è bisogno di messaggi rapidi, incisivi. Quasi slogan. Altrimenti non se ne accorge nessuno.
3 – Ci penso io. Userò il web; ai giornali, poi, faccio segnalare quel che scrivo lì.
1 – Va bene. Per qualunque cosa, sentiamoci.
Saluti; la riunione si scioglie. 12,52 via twitter da iPhone: “Al lavoro di sabato e domenica. Deve servire a qualcosa. Lo spero. La voglia di fare per l’Italia c’è ancora tutta”. Il week end al chiodo! Così la gente capirà che l’impegno è davvero straordinario. Per il twittatore niente può trasmettere meglio la drammaticità del momento. L’aria a Roma è molto pesante. ( Non resistete alla curiosità?)
tratto da http://www.qdrmagazine.it/