Gli autori e i lavoratori dell’audiovisivo denunciano l’immobilismo del Governo e del Parlamento di fronte allo stravolgimento della missione di servizio pubblico della Rai e al baratro cui la gestione editoriale e aziendale, chiudendosi a qualunque forma di dialogo, sta trascinando l’intero settore. Invece di intervenire sulla progressiva dequalificazione culturale e di intaccare sprechi e privilegi dell’elefantiaco apparato, si sono fatti 150 milioni di tagli agli investimenti sul prodotto, con decine di opere cancellate, e migliaia di giornate lavorative perdute.
Un danno economico e culturale incalcolabile: per l’azienda, per i lavoratori, per gli spettatori e per tutti i cittadini italiani.
L’audiovisivo, come tutto il settore della creazione culturale, non è un costo, ma una formidabile risorsa. Per ogni euro investito, ne produce 2,1.
Chiediamo dunque che il Governo operi per consentire il rinnovo immediato del Consiglio di amministrazione e della Direzione Generale sostituendo la dottoressa Lei e il resto dell’attuale gruppo dirigente con personalità di riconosciuto valore e autonomia in grado di mettere al centro del progetto di rilancio dell’azienda la sua missione di servizio pubblico e un profondo rinnovamento culturale, editoriale e gestionale.
Per ridare nuovo slancio a un’industria di importanza strategica per il paese, che occupa 250 mila lavoratori, occorre nell’immediato:
• la ripresa di una politica di investimenti sull’audiovisivo che rinunci all’acquisto di format stranieri e promuova la diversificazione delle opere, attraverso la ricerca di nuove idee, nuovi autori, nuovi modelli produttivi, nuovi pubblici e un grande progetto di investimento editoriale che accolga la sfida della trasformazione di modelli estetici e produttivi innescata dal web
• la cessazione immediata delle innumerevoli pratiche vessatorie che la Rai impone sui contratti degli autori, dei lavoratori, dei documentaristi e anche dei produttori, insieme a un impegno diretto alla definizione dei contratti collettivi degli autori e degli attori
• l’apertura di un processo di consultazione pubblico e aperto a tutti i portatori di legittimi interessi per il nuovo Contratto di Servizio 2013-2015, che recepisca quanto necessario per un rilancio qualificato dell’industria italiana dell’audiovisivo
• la fine della pratica della delocalizzazione che non solo danneggia gravemente gli artisti, i lavoratori e l’erario italiano, ma compromette la qualità delle opere e dunque i diritti degli spettatori
• una radicale riforma della regolamentazione sulle quote di investimento e programmazione della fiction d’acquisto che favorisca le opere europee, le produzioni indipendenti e le coproduzioni.
La Rai deve tornare a essere protagonista del rinnovamento culturale del paese.
Elenco aggiornato delle sigle associative:
100AUTORI
AIDAC
AMC
ANAC
ANART
ART
ARTICOLO 21
ASC
ASIFA
COMITATO 3
DER
DOC/IT
DOCUMENTARISTI ANONIMI
FIDAC
LIBERTA’ E GIUSTIZIA
MOVEM
MOVEON ITALIA
SACT
SAI-CGIL
SALA