Nel silenzio mediatico della festa del Primo Maggio irrompe come un frastuono da Londra la notizia schock del giudizio della Commissione speciale del Parlamento britannico contro il magnate dei media mondiale, « lo Squalo » Rupert Murdoch, dopo nove mesi di indagini sullo scandalo delle intercettazioni illegali : « Rupert Murdoch chiuse gli occhi sulla faccenda e ha dimostrato una ostinata cecità a ciò che stava accadendo nelle sue società e pubblicazioni ». La Commissione, insediata dopo la chiusura del tabloid The News of the World e del quotidiano scandalistico Sun nel 2011, ha quindi concluso i suoi lavori dichiarando nella relazione finale di 121 pagine che Murdoch : « non è in grado di assumere il controllo di un grande gruppo internazionale. The News of the World e News International hanno indotto in errore la Commissione circa la vera natura e la portata delle indagini che hanno accertato lo svolgimento di intercettazioni telefoniche” .
Sarà ora compito dei Deputati decidere quali « sanzioni dovranno essere imposte a coloro che hanno trattato la Commissione con disprezzo » . La Commissione dei media (composta da 11 membri : 5 laburisti, 1 liberaldemocratico e 5 conservatori) ha condotto indagini e audizioni , avvalendosi anche delle inchieste, condotte dalla polizia e da una commissione indipendente, la Ofcom, la severa Authority dei media, che ora dovrà decidere se revocare o meno la licenza a Murdoch per le trasmissioni del principale concorrente della BBC, ovvero la piattaforma satellitare BSkyB. Va ricordato che da qualche anno il gruppo di Murdoch stava trattando con il governo del conservatore Cameron la possibilità di acquistare il restante 61% delle quote azionarie di BSkyB, per poi dar vita ad una strategia di forte contrasto alla pubblica BBC, ultimamente in crisi di liquidità anche per l’andamento critico degli altri network, il « regionale » ITV e Channel 4.
Alla Commissione, evidentemente, hanno creato molto imbarazzo (ripreso e amplificato da tutti i media britannici) le audizioni del figlio James del magnate dei media di origine auustraliano e dello stesso « Squalo » nelle quali venivano ammesse regolari frequentazioni con il premier Cameron : ci sarebbero stati almeno almeno « dodici colazioni di lavoro » non protocollate negli ultimi tre anni, ovvero da quando Cameron era solo il candidato sifdante dei laburisti allora al governo.
Murdoch non ha mai negato la sua simpatia per i consevatori, a partire dalla « Lady di ferro », Margaret Thatcher (durante il cui mandato riuscì ad estendere il suo impero mediatico in Gran Bretagna per poi oltrepassare anche l’Oceano e allargarsi negli Stati Uniti). Ma ha inoltre confessato di aver sostenuto il new-labour Tony Blair e ovviamente l’attuale premier Cameron : « Non ho mai chiesto a un primo ministro o sollecitato affari o favori. Mentre i leader costantemente mi hanno corteggiato nel corso degli anni », è stato il suo commento sprezzante. Per Murdoch, la questione della sua influenza sulla politica è « semplicemente un mito ». E comunque, Murdoch ha dovuto riconoscere le « relazioni amichevoli » e le frequentazioni con il ministro delle Finanze George Osborne. E i contatti personali sono verificati mentre il gruppo ha lanciato un’offerta pubblica per il 61% delle azioni del pacchetto di BSkyB, nel giugno 2010. L’offerta fu respinta dalla Ofcom nel mese di luglio 2011, a causa dello scoppio dello scandalo sulle intercettazioni illegali. James Murdoch ha anche rassegnato le dimissioni dalla presidenza del BSkyB, « per evitare di diventare un parafulmine ».
Nei mesi prima del luglio 2011, Frederic Michel, lobbista capo della News International, ha costantemente scambiato messaggi con il Ministro della Cultura, Jeremy Hunt, per ottenere una raccomandazione “neutrale ed indipendente” sull’offerta di acquisto BSkyB (163 pagine di e-mail tra i due). Nel frattempo, durante il periodo dei lavori della Commissione d’inchiesta, il 23 dicembre, James Murdoch ha festeggiato con David Cameron il pranzo di Natale nella casa di campagna di Rebecca Brooks, l’ex- amministratore delegato di News International (anche lei aveva rassegnato le dimissioni a luglio, subito dopo lo scandalo). Il giovane Murdoch ha ammesso di aver parlato con Cameron, « en passant e in due minuti” dell’offerta su BSkyB.
Evidentemente a Londra il conflitto di interessi non paga come in Italia!
Ma a tremare ora sarà anche Cameron, già pressato dai laburisti, dai sindacati e dall’opinione pubblica per le misure di austerità e i drastici tagli al welfare state. Il premier conservatore si trova a dover fronteggiare anche la fronda dei suoi alleati liberaldemocratici. Il rappresentante del vicepremier Nick Glegg, infatti, ha sempre votato nella Speciale Commissione d’inchiesta insieme agli altri 5 membri laburisti, facendo così pendere la bilancia della giustizia contro Murdoch, ma anche trasferendo alla Camera dei Comuni un incartamento fortemente censorio sulle frequentazioni dei maggiori esponenti del governo Cameron.