1 maggio – Per decenni la giunta militare birmana ha soffocato la stampa
in maniera brutale, così come ha represso l’opposizione, simbolicamente
rappresentata dalla figura di Aung San Suu Kyi. Gli ultimi mesi hanno
visto una maggiore liberalizzazione da parte della giunta militare, che ha
riguardato anche il settore della stampa, ma molta strada resta ancora da
fare e la censura è ancora molto attiva. “Non è vero – spiega Thomas Kean
del Myanmar Times – che non si possono fare articoli sui militari. Ma a
questi bisogna prestare enorme attenzione e cautela”. In ogni caso
giornalisti ed editori parlano di una situazione molto migliorata rispetto
a due anni fa. Anche se la libertà di stampa è un’altra cosa. “Noi
normalmente – ammette Thaung Su Nyein di 7 Days – non scriviamo mai in
termini molto negativi del governo e delle questioni militari”.Qualcosa
dunque si muove, e la comunità internazionale oggi guarda con interesse a
questi piccoli passi. Ma ancora solo alcuni mesi fa le autorità militari
hanno chiuso per una settimana il giornale che aveva pubblicato in prima
pagina una foto di San Suu Kyi ritenuta troppo vistosa. (fonte: TMNews)