“Ormai e’ evidente, in Russia le cose sono cambiate. Fino a pochi mesi fa era inimmaginabile vedere in piazza così tante persone”. Denis Bilunov, tra i leader del movimento Solidarnost, non ha dubbi: i primi obiettivi delle opposizione anti-Putin sono stati raggiunti. Il dissenso russo è nato a dicembre, dopo le elezioni legislative in cui Russia Unita…
il partito del consolidato duo Putin-Medvedev, ha ottenuto la maggioranza, anche grazie ai brogli. Da allora migliaia di persone sono scese in strada. Ma lo scorso 4 marzo la vittoria di Putin, ottenuta con il 64% dei voti e ancora molte frodi, sembrava aver demoralizzato gli oppositori. Al terzo trionfo di Zar Vladimir avevano fatto seguito sì nuove manifestazioni, ma anche molti arresti. Tra questi anche il blogger Alexey Navalny e Sergei Udaltsov del Fronte di Sinistra, entrambi rilasciati dopo pochi giorni.
Il 6 maggio, alla viglia dell’insediamento di Putin al Cremlino, l’opposizione è scesa di nuovo in piazza. C’erano ancora i nastri bianchi “emblema di una richiesta di purezza politica, del bisogno di facce nuove alla guida del Paese”, precisa Bilunov, e tante persone. Cinquantamila secondo gli organizzatori, 8.000 secondo la Polizia, almeno 30.000 secondo le agenzie di stampa internazionali. “In piazza c’erano giovani, ma anche famiglie con bambini-racconta Bilunov, a Milano per un incontro organizzato dall’associazione Annaviva- il movimento sta crescendo”.
L’opposizione russa unisce diverse anime: estrema sinistra, nazionalisti, liberali e ambientalisti. Come possono convivere? “Non siamo dei rivoluzionari-precisa Bilunov- il nostro modello non è Che Guevara, non possiamo usare la violenza. Vogliamo fare politica e far capire alle persone che i governanti non sono necessariamente corrotti”. “In questa fase-prosegue Denis- la mediazione è fondamentale. Dobbiamo cercare un brand in grado di riunire tutte le forze in campo. Ovviamente i più adatti a diventare leader ufficiali sarebbero Navalny e Udaltsov, ma hanno comunque bisogno di tutto il movimento alle loro spalle”.
Dopo l’insediamento di Putin al Cremlino, avvenuto davanti a 3.000 persone, tra cui l’amico di sempre Berlusconi, le proteste sono continuate sotto forma di pacifici sit-in nel centro di Mosca. La prossima manifestazione è prevista per il 12 giugno, Festa dell’Indipendenza. Secondo Bilunov il movimento dovrebbe cominciare ad organizzarsi in una decina di gruppi diversi, formati ognuno da un centinaio di persone.
La strada per spodestare il nuovo piccolo Zar di Russia è lunga, ma sono già stati fatti molti passi in avanti. “Oggi Putin si sente meno forte – dice Bilunov- tanto che non andrà al G8 negli Stati Uniti perché, vista la delicata situazione nel suo Paese, teme le critiche dagli altri capi di stato. Non credo nemmeno si possano temere nuove modifiche della Costituzione. La Russia ormai fa parte dell’Europa e dell’Occidente, non può permettersi colpi di testa autoritari”. E questo Vladimir lo sa.