di Kiwan Kiwan
Il massacro di Hula ha portato la crisi siriana ad un punto crucciale. I grandi soggetti internazionali sono intenzionati a rafforzare la loro posizione nei confronti del regime siriano.
Gli Stati Uniti per bocca del Generale Martin Dempsey hanno fatto sapere che “il Pentagono è pronto per l’ intervento militare per porre fine alla spirale di violenza in Siria se le nuove pressioni diplomatiche non produrranno un risultato. Il massacro ha spinto la Russia a rivedere i suoi legami e la sua posizione nei confronti del regime siriano. Ieri il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha accusato: ” qualsiasi governo al mondo è responsabile della sicurezza dei suoi cittadini.” Forse Mosca non si allontana più di tanto dal governo siriano, ma certo non è più così vicina. Lo dimostra la condanna del massacro di Hula. Invece l’Occidente cerca di intervenire sul governo siriano come si è convenuto tra il neo Presidente francese, Francois Hollande e il Primo Ministro britannico David Cameron, decisi a intensificare la pressione su al-Assad.
Fonti diplomatiche internazionali rivelano che il Presidente Americano, Obama,nel suo incontro con il Presidente Russo Putin nel prossimo mese affronterà la questione siriana, proponendo un piano analogo all’iniziativa che ha condotto alla rimozione di Alì Saleh. Dunque via Assad e formazione di un Governo di Transizione composto da alcuni membri dell’attuale regime e rappresentanti dell’opposizione.