di Marinella Zetti
Dal 2013 i libri dovranno essere disponibili anche in formato digitale. La circolare n.18 del 9 febbraio 2012 del Ministero dell’Istruzione non lascia spazio alle interpretazioni: “a valere dall’anno scolastico 2012/2013, i libri di testo devono essere redatti in forma mista (parte cartacea e parte in formato digitale) ovvero debbono essere interamente scaricabili da internet”.
Però quello che la circolare non precisa è se le scuole dovranno dotarsi degli strumenti tecnologici per scaricare e leggere i libri di testo in formato elettronico. In realtà, al momento, la circolare genera molti interrogativi, come vedremo in seguito.
Se ne avete voglia, potete leggere la circolare direttamente sul sito del Ministero dell’Istruzione
(http://www.istruzione.it/alfresco/d/d/workspace/SpacesStore/6378aafa-f585-4609-a817-b02ba57c3758/cm18_12.pdf ).
E gli studenti come hanno reagito alla notizia? Il primo a muoversi è stato Studenti.it. I curatori dello storico sito hanno effettuato un sondaggio andando nelle scuole romane e ponendo ai ragazzi una chiara domanda: “a scuola dal prossimo anno libri saranno in formato digitale: ti piace la novità?”
Ecco i risultati del mini sondaggio: ben 352 hanno risposto che scelta del Ministero permetterà un bel risparmio, per 238 si tratta di una svolta tecnologica, mentre 488 studenti preferiscono la carta.
A commento di questi risultati, possiamo fare una considerazione: innovazione e tecnologie vincono raccogliendo 590 consensi, ma è una vittoria di misura!
UNA LEGGE A META’
Da grande sostenitrice dell’e-book, ho accolto favorevolmente la notizia.
Infatti l’introduzione del libro elettronico potrebbe portare molti vantaggi, ad esempio una riduzione della spesa per l’acquisto di libri cartacei (sempre più cari) e un minor consumo di carta (e conseguente risparmio energetico).
Ma dai commenti apparsi sul Web si evince che in Italia ancora poche persone hanno familiarità con gli e-book e, soprattutto, non sono in grado di districarsi nella giungla dei lettori elettronici e dei linguaggi di lettura.
Se non sarà la scuola a fornire i dispositivi per la lettura significa che ogni studente dovrà acquistare il proprio e-reader, o lettore elettronico, per poter visualizzare e studiare sui libri di testo.
Cosa faranno le famiglie quando si tratterà di scegliere un e-reader (il dispositivo per fruire degli e-book)?
Cosa accadrà nelle scuole quando una parte di studenti avrà gli e-reader e l’altra si presenterà con il libro cartaceo?
E ancora, come si risolverà il problema degli esercizi che non sono tecnicamente eseguibili sull’e-reader?
E chi insegnerà a studenti e a insegnanti a “usare” e-book e e-reader?
Tante domande, nessuna risposta.
Il Ministero ha emesso una Circolare senza prendere in considerazione le conseguenze, forse senza nemmeno comprenderle totalmente. La potremmo definire una “legge a metà” perché se da una parte sancisce l’ingresso dell’e-book nella scuola italiana dall’altra non spiega le modalità di acquisizione del nuovo strumento e, soprattutto, non definisce un percorso di aggiornamento per gli insegnanti. Questi ultimi si troveranno a gestire dispositivi e tecnologie che non sono tenuti a conoscere.
E tutto ciò, oltre a creare caos, evidenzierà le differenze sociali. E non ditemi che esagero…
Da una parte vi sarà lo studente che conosce e sa usare l’e-book e dall’altra quello che lo ha solo visto sui giornali o ne ha sentito parlare, e non certo per disinteresse ma per mancanza di denaro; in molti non possono davvero permettersi l’acquisto né di un iPad né di un semplice e-reader.
Ancora una volta, la scuola anziché facilitare apprendimento e conoscenza di tutti genererà discriminazione.