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Tunisia: indagine indipendente sulle violenze della polizia

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La Tunisia ha riaperto alle manifestazioni popolari le sue arterie più simboliche e popolari, due giorni dopo la brutale repressione del corteo previsto nella giornata dei martiri. La manifestazione proibita e violentemente repressa era stata promossa da gruppi laici.
“Avenue Bourghiba è riaperta, a tutti i tunisini.” ha detto il ministro dell’interno Ali Larayedh, dopo una tempestosa riunione del governo che ha ordinato un’inchiesta indipendente sull’accaduto, come sollecitato ancora questa mattina da autorevoli esponenti dello stesso partito di governo Ennahda, a cominciare dal presidente del Parlamento. La manifestazione del 28 marzo era stata proibita in conseguenza dei violenti scontri causati dagli estremisti salafiti che contestavano il governo, guidato dagli islamici moderati del partito Ennahda, per non aver introdotto l’obbligo di rispettare la legge islamica nella costituzione.

La violenza della polizia nell’impedire lo svolgimento del corteo commemorativo dei martiri della Patria (nella lotta anti-coloniale) ha creato serio imbarazzo nel partito di governo e il ministro dell’interno è stato costretto a rispondere in Parlamento.(Una bella differenza con quanto accadeva ai tempi di Ben Ali) Il suo intervento è atteso in questo ore. Il portavoce del governo, Samr Dilou, annunciando la decisione di istituire una commissione d’inchiesta indipendente, ha affermato che “se fosse confermato che in piazza accanto alla polizia c’erano gruppi paramilitari sarebbe gravissimo”.

I manifestanti dell’opposizione, innanzitutto laici, hanno denunciato la presenza di bande paramilitari, dando la responsabilità al governo.

http://ilmondodiannibale.globalist.it


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