All’indomani dell’arresto del sindaco di Casapesenna Fortunato Zagaria, accusato di violenza privata e di essere stato un politico agli ordini del clan dei casalesi, sottolineai, proprio dalle colonne di Articolo21 quanto sarebbe stato importante riflettere cos’è diventa la politica non solo in provincia di Caserta ma anche un po’ in tutta la Campania visto che da queste parti, ma adesso anche al Nord ci fanno concorrenza, tutti gli schieramenti o partiti politici hanno avuto a che fare con la giustizia. Non fui pessimista ma semplicemente realista, visto che dopo un mese le manette scattarono anche per il primo cittadino di San Cipriano D’Aversa. In quell’occasione richiamai anche Sallustio, il quale affermava come la politica “ostenta velleità democratiche nascondendo la propria brama di potere senza curarsi del bene pubblico”.
Ma qual è la situazione delle amministrazioni locali in questa Regione? Su questo dovremmo interrogarci con urgenza e altrettanto dovrebbero fare i Partiti che hanno lasciato in balia delle onde il futuro di questi territori. L’ultimo temporale è avvenuto proprio nelle scorse ore con lo scioglimento per infiltrazioni camorristiche dei consigli comunali di Castel Volturno, Casapesenna e Casal di Principe che saranno commissariati per diciotto mesi impedendo, così, non solo la tornata elettorale prevista per il 6 e 7 maggio prossimi, ma ogni tipo di attività visto che i commissari prefettizi si limiteranno allo svolgimento esclusivo delle quotidiane attività burocratiche.
A questo punto, però, non credo nemmeno che se non ci fosse stato questo intervento del Consiglio dei Ministri le tre cittadine avrebbero potuto auspicare ad un’attività legislativa burocratica diversa. Le nuove forze che sarebbero giunte a governare i tre centri del casertano, al di là della buona volontà, avrebbero dovuto fare i conti con bilanci disastrati e tagli alle finanze consistenti che di conseguenza avrebbero bloccato ogni programmazione per il futtro. Quindi l’immobilismo l’avrebbe fatta comunque da padrona. Chiarito anche questo concetto credo, però, che l’aspetto fondamentale di tutta questa vicenda lo si debba discutere seriamente in Parlamento se questo luogo, però, potrà svolgere ancora quelle funzioni che la Costituzione gli attribuisce.
Dopo gli scioglimenti dei consigli comunali per infiltrazioni camorristiche, non possono pagare le conseguenze solamente i sindaci e gli assessori, ma bisognerebbe monitorare anche il personale dirigente che di quelle amministrazioni conoscono ogni segreto, che sono capaci, spesso anche molto meglio degli stessi politici, di aggirare le norme favorendo ora l’uno ora l’altro. Ne parlò anche Nello Trocchia nel suo “Federalismo Criminale”, dopo lo scioglimento per infiltrazioni mafiose di un’amministrazione pubblica bisogna allontanare anche i dirigenti. La legge va cambiata subito, il Parlamento deve sbrigarsi ed avviare questa rivoluzione che ci consentirà solamente allora di scrivere nuove pagini di democrazia.