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Rete Disarmo e Tavola della Pace: “Presidente Monti a quando la relazione sull’export di armi italiano?”

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Mentre in Parlamento si discute il decreto delegato che modificherà la legge 185/90 sull’export militare il Governo tecnico da due settimane ritarda la scadenza “tecnica” con i dati delle vendite nel 2011 di sistemi militari.
“Presidente Monti, a quando la Relazione sulle esportazioni di  
armamenti italiani?”. E’ la precisa domanda che la Rete Italiana per  
il Disarmo e la Tavola della Pace rivolgono al Presidente del
Consiglio, Mario Monti, diretto responsabile della pubblicazione del
documento che, secondo la legge 185 del 1990 che regola le
esportazioni italiane di natura militare, deve essere predisposto e
consegnato al Parlamento entro il 31 marzo di ogni anno.

“Ad oltre due settimane dalla data prevista dalla normativa vigente,  
la Presidenza del Consiglio non ha ancora reso noto questo documento  
di fondamentale importanza per il Parlamento e per la società civile,  
poiché dettaglia le autorizzazioni all’esportazione e le consegne di  
armamenti italiani nel mondo” – dichiara Francesco Vignarca,
coordinatore della Rete Italiana per il Disarmo. “Mentre i precedenti  
governi Prodi e Berlusconi dal 2006 hanno puntualmente pubblicato sul  
sito della Presidenza del Consiglio anche un sintetico ‘Rapporto’ con  
i dati principali, l’attuale Presidenza del Consiglio non solo non ha  
ancora adempiuto al compito previsto dalla legge, ma non ha finora  
risposto ufficialmente alle nostre richieste di confronto. Tutto ciò  
diversamente dalle buone prassi degli ultimi anni” – conclude Vignarca.

La “Relazione sulle operazioni autorizzate e svolte per il controllo  
dell’esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento  
nonché dell’esportazione e del transito dei prodotti ad alta  
tecnologia” è il documento che certifica le operazioni autorizzate e
svolte in materia ed è stata puntualmente predisposta a partire dal
governo Andreotti già dal 1991.

“Mentre restiamo in attesa della relazione, non possiamo non dirci  
preoccupati per le recenti affermazioni del Presidente del Consiglio  
in materia di esportazioni di armamenti” – commenta Flavio Lotti,  
coordinatore nazionale della Tavola della Pace. “Durante la sua visita
in Israele, il presidente Monti ha dichiarato nella conferenza stampa
col premier israeliano Benyamin Netanyahu «l’intenzione del governo di  
finalizzare al più presto i dettagli del contratto Alenia-Aermacchi  
sulla fornitura ad Israele di 30 velivoli M346 da addestramento».

Secondo Monti un contratto in un ambito così sensibile consentirà un
salto di qualità nei rapporti tra i due Paesi. In effetti – conclude
Lotti – la vendita per un miliardo di euro di aerei addestratori per i
piloti dei caccia d’attacco F-35 (che Israele ha intenzione di
acquisire dalla Lockheed Martin) in cambio dell’acquisto, coi soldi
dei contribuenti italiani, di un pacchetto da un miliardo di euro di
velivoli senza pilota e altro materiale bellico rappresenta un salto
di qualità… ma non certo nella direzione della promozione della
diplomazia della pace. Chiediamo, pertanto, che si rinunci a questo
scambio di materiali bellici e che il Governo italiano riprenda
l’impegno diplomatico per la soluzione del dramma del popolo
palestinese e per la pace nel Medio Oriente”.

Negli ultimi anni i maggiori acquirenti di armamenti “made in Italy”
sono stati i paesi nelle zone di maggior tensione del pianeta dal
Medio Oriente alla penisola araba fino al sub-continente indiano.
“L’ampia consistenza di queste forniture – commenta Giorgio Beretta,
analista della Rete Disarmo – soprattutto negli anni recenti, ai  
regimi autoritari del nord Africa e dell’intero Medio Oriente che si  
sono macchiati di gravi violazioni in materia di diritti umani, non  
può passare inosservata ed è urgente che il Parlamento riprenda il  
ruolo che gli compete ed esamini con attenzione la compatibilità di  
queste esportazioni con il dettato della legge 185/1990 secondo la  
quale l’esportazione di armamenti deve essere conforme alla politica  
estera e di difesa dell’Italia”.

Una legge che il Governo sta ampiamente modificando: “Per recepire una  
direttiva dell’Unione europea che intende facilitare i trasferimenti  
intra-comunitari di sistemi militari, il Consiglio dei Ministri ha  
definito e presentato al Parlamento un disegno di legge che delega al  
Governo un’ampia riforma della legge 185/1990 – commenta Maurizio  
Simoncelli vicepresidente di Archivio Disarmo. “In questo modo si  
toglie al Parlamento quella funzione legislativa che lo qualifica: non  
dobbiamo dimenticare che la legge 185/1990 è il frutto di un intenso  
lavoro durante due legislature attraverso il costante confronto e con  
la partecipazione della società civile”.

Le organizzazioni del mondo del disarmo sottolineano che la proposta
di decreto legislativo formulata tende a smantellare tutti i controlli
con gravi rischi sotto molti punti di vista. Ricordiamo che se le
competenti Commissioni parlamentari non svolgeranno nei tempi previsti
un esame approfondito vi è rischio di semplificare i controlli su
trasferimenti di armi che potrebbero così finire a paesi sotto embargo
o in stato di conflitto, come è già avvenuto in passato. Il rischio è
anche che attraverso trasferimenti all’interno dell’Unione Europea si
possano far giungere (attraverso le cosiddette “triangolazioni)” armi
verso destinatari indesiderati come i gruppi terroristici, situazione
già avvenuta ad esempio anche in Afghanistan.

“Non va poi dimenticato che gli strumenti di trasparenza a livello  
europeo sono molto meno dettagliati della relazione italiana prevista  
dalla legge 185 del 1990, la stessa di cui stiamo sottolineando il  
ritardo di pubblicazione – evidenzia Chiara Bonaiuti ricercatrice
presso Oscar IRES Toscana – che da questo punto di vista è considerata  
una migliore pratica internazionale. L’attuale proposta del Governo  
non copre la grave lacuna legislativa attuale che per le operazioni di  
intermediazione di armi da fuoco, nel caso in cui la merce non  
attraversi il territorio nazionale, non prevede alcuna possibilità di  
intervento”. Un vulnus che ha già permesso a trafficanti senza
scrupoli e organizzazioni criminali di trasferire armi nei peggiori
teatri di guerra senza alcuna possibilità di controllo.

La Rete Italiana per il Disarmo e la Tavola della Pace hanno ottenuto
– su richiesta di alcuni parlamentari sensibili a queste tematiche –
di essere ascoltate in audizione la prossima settimana dalle
Commissioni riunite Esteri e Difesa della Camera dei Deputati. In
quella sede verranno esplicitate osservazioni e proposte, anche a
commento dei dati di export militare italiano (che speriamo di vedere
a breve pubblicati).

Per la prima volta si sta procedendo a modificare una legislazione
sensibile dal punto di vista della sicurezza con lo strumento della
legge delega e del successivo decreto legislativo del Governo. E’
indispensabile che il Parlamento non abdichi alle sue prerogative
costituzionali e proceda ad una valutazione attenta, puntuale e
documentata delle profonde modifiche legislative. Le conseguenze di
eventuali leggerezze si potrebbero ripercuotere sia sulle popolazioni
destinatarie di quelle armi sia sulla nostra stessa sicurezza.


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