Accade ancora oggi, nel 2012, che un giornalista venga aggredito per aver osato fare il proprio lavoro in maniera scrupolosa. È piuttosto triste prenderne coscienza, ancora più scriverne, ma è doveroso farlo per evitare che la cosa resti nell’ombra, come pure fino ad oggi è accaduto salvo le attestazioni di solidarietà dell’ordine dei giornalisti campano asso stampa ed alcune testate locali tra cui Il Mattino ed Internapoli.it.
Ad essere stato aggredito è il collega Ferdinando Bocchetti detto Nando, collaboratore del Mattino di Napoli per le zone di Marano e Calvizzano. Ed è proprio dalla sua Marano che è partita l’aggressione perpetrata non da qualcuno da cui ci aspetteremmo un simile atteggiamento- un uomo di strada, un tizio o sempronio qualunque magari colluso con la locale camorra- ma da un dipendente comunale.
Ferdinando Bocchetti è stato aggredito da un dipendente comunale di Marano di Napoli. Sì. Per aver chiesto al sindaco delle spiegazioni. Ma procediamo con ordine.
«Il sindaco di Marano Mario Cavallo- racconta lo stesso Bocchetti– è da sempre stato poco incline alla comunicazione e da quando è stato eletto, lo scorso maggio, avere una sua dichiarazione è sempre stato arduo». «Da subito però– spiega Nando– si è avvertita nella sua maggioranza aria di crisi che per noi cronisti è tutta ‘ciccia’ che fa notizia. Dopo gli ennesimi manifesti dei politici locali contro il sindaco, assente dall’assise comunale da sei mesi perché incapace a sostenere il confronto e le critiche, ho deciso di scriverci un pezzo per Il Mattino inserendovi le dichiarazioni di un consigliere comunale (del quale Nando ha riportato nome e cognome e che non ha mai smentito quanto scritto ndr.) secondo il quale il sindaco aveva intenzione di sfiduciare il suo presidente dell’assise, peraltro ex primo cittadino, Salvatore Perrotta». Nulla di più interessante su cui scrivere per chi fa questo mestiere.
Ed ecco che, uscito il pezzo, il sindaco si fa vivo. Di sera tardi chiama il collega al cellulare e infuriato, con toni di certo non da fascia tricolore di una città, avvisa Nando che avrebbe chiamato al «Mattino» continuando con un minaccioso «tu non devi più scrivere, non ti daremo più notizie da Marano». Il collega dopo aver spiegato di aver semplicemente riportato le dichiarazioni di un consigliere comunale che non ha smentito affatto quanto riportato, ha invitato il primo cittadino ad un confronto a tre con lui ed il consigliere in questione. Cavallo ha accettato. Ma il giorno convenuto Nando si è ritrovato con il solo consigliere e dice di aver saputo «che il sindaco, sempre con lo stuolo di consiglieri cui si accompagna, era andato a pranzo a Benevento». Il lunedì successivo a Marano si riuniva la commissione per i beni confiscati. Nando come diversi giornalisti e politici era sul posto. Visto il sindaco e chiestogli perché non si fosse presentato, si è sentito rispondere «guagliò tu ce staje scassann ‘o cazz» (che per chi non conosce il napoletano significa “ragazzino, ci stai rompendo il cazzo”)». Nando, andando via, ha esclamato «questo è pazzo». Dalle sue spalle un uomo, un dipendente comunale, lo ha afferrato e dopo avergli dato dei pugni lo ha sbattuto contro un auto pestandolo. Il collega ha sporto denuncia. I giornali e le associazioni hanno manifestato la loro solidarietà. Il sindaco dopo due giorni dal fatto si è dimesso (quindi la crisi era reale) ma non ha mai chiesto scusa per l’accaduto né preso posizione, né in via ufficiale né ufficiosa. A chiedere scusa, invece, è stato l’aggressore, forse per paura del provvedimento disciplinare avviato dal comune stesso.
Insomma, qui siamo davvero a Fortapasc.