I Tg di lunedì 2 aprile 2011 – Come la Bella Addormentata nel bosco, i Tg riaprono gli occhi sullo scandalo Calcioscommesse, complice anche questa volta, come a giugno e gennaio scorsi, il “bacio” di qualche Procura, che decide di emettere ordini di custodia cautelare nei confronti di qualche ulteriore calciatore. L’arresto dell’ex difensore del Bari Masiello, reo confesso di aver truccato numerose partite, è apertura per Tg4 e Tg5, ma titoli e servizi sono presenti su tutte le testate. Soltanto su Tg3 e Tg La7, e Tg2 si tenta però di scendere un po’ più in profondità in una vicenda destinata ad inceppare il giocattolo più amato dagli italiani. Nel commento ne abbiamo parlato con Oliviero Beha, giornalista e scrittore, che si augura – ma è scettico – che non sia un altro episodio dalla “memoria corta” e che l’amor di patria “calcistico” non lo riduca al consueto fuoco di paglia.
Le cifre record sulla disoccupazione in Italia vengono lette dai Tg in modo decisamente differente. Da una parte Tg1, Tg5 e Tg4 prendono spunto dagli ulteriori dati Istat per ribadire come una possibile approvazione della riforma del lavoro in tempi rapidi possa rappresentare un toccasana. Tg3 e Tg La7, invece, appaiono più pessimisti, e invitano chi di dovere a inventare qualcosa che risulti efficace e che dia il senso di una ripartenza. Altri invece, come Studio Aperto, risolvono il problema a monte, non parlandone proprio.
Il Vaticano “invischiato” mani e piedi nella vicenda di Emanuela Orlandi? Se lo chiedono Tg1, Tg3 e Tg La7. Ma, di fronte alle non velate accuse provenienti proprio dalla stessa Procura della Repubblica di Roma, Mentana commenta che non bastano le affermazioni e che dovrebbero seguire veri e propri atti giudiziari. (Lorenzo Coletta)
IL COMMENTO
OLIVIERO BEHA: “Calcio scommesse? questa serie di arresti non è una sorpresa”
di Alberto Baldazzi
Oliviero Beha, prima la scorsa estate, e poi dicembre. C’è stata anche qualche avvisaglia sui Tg della scorsa settimana; ora ci siamo nuovamente. L’informazione però sembra come la bella addormentata che viene “destata” dal bacio di qualche Procura per riassopirsi subito dopo. Succederà qualcosa di diverso stavolta?
“La logica imporrebbe di dire di no. La speranza di una consapevolezza maggiore, che dal calcio si estenda su tutto il resto e che tocchi tutti gli italiani, ci fa invece dire di sì. Per il momento vediamo cosa succede. Di sicuro, però, questa serie di arresti non è una sorpresa”.
Tu segui molto queste vicende. Di che matassa si tratta? Siamo alle solite vicende già risapute e – almeno in parte – conosciute, oppure siamo di fronte a qualcosa di diverso?
“Per il momento ci troviamo in una situazione di forte sofferenza da scommesse elevata al quadrato, ma non ancora al cubo. Mancano sicuramente dei nomi grossi, che mi risultano esserci, anche se voglio vedere se vengono fuori. Ma soprattutto manca la corresponsabilità dei club. A quel punto sarebbe infatti una questione di sistema. Ora, per quello che mi risulta, i vari club che sono al corrente di questa situazione ne hanno approfittato, e questo accadeva anche prima che le scommesse svolgessero questo ruolo. Ci sono delle fasi di campionato in cui le partite sono merce di compravendita e di scambio. Se poi oltre alla compravendita ci si scommette sopra, la cosa assume un altro aspetto. Quindi, finché non emergerà tutto il sommerso dell’inchiesta che coinvolge anche grossi calibri e i club, io penserò che siamo sempre alle solite”.
Possiamo abbozzare un avvicinamento al mondo della politica – cui si concedono effrazioni, corruttele ed interessi privati non istituzionali – ed il mondo del calcio, o ti sembra una cosa troppo populista da dire?
“Se ci fosse, per un caso, nell’attualità un ex presidente del Consiglio che fosse anche presidente di una squadra importante, sarei anche tentato di dire di sì. Abbozziamo pure, come diceva Voltaire: “Abbozzate, abbozzate. Qualcosa resterà”. Ma siccome mi pare che in natura questo episodio … non ci sia, mi guardo bene dall’abbozzarlo”.
Siamo in salvo, dunque …
“Sì, siamo salvi … anche se con due piedi nella fossa fino alle cosce.”