Paolo Bosusco è stato liberato oggi dai militanti maoisti che lo avevano rapito il mese scorso nello stato dell’Orissa, nell’India orientale.
“Sto bene, sono finalmente libero”, ha detto Bosusco in collegamento telefonico col Tg1. La notizia, diffusa stamani dalla tv indiana Ndtv, era stata poi confermata dalla Farnesina. “C’è stato qualche problema, ma niente di particolare”, ha detto Bosusco al telefono, spiegando di avere avuto due attacchi di malaria e di avere avuto cibo scadente anche se “i maoisti hanno cercato di darmi quello che potevano”.
Bosusco ha salutato “tutti quelli che mi vogliono bene… non preoccupatevi, sapete che sono forte”, e ha ironizzato sui “28 giorni di vacanza pagata”. Ieri il leader maoista Sabyasachi Panda aveva annunciato che Bosusco sarebbe stato liberato con un “processo democratico”.
Soddisfazione ha espresso il ministro degli Esteri Giulio Terzi, che parla di “una vicenda rischiosa e molto complessa che in queste settimane ci ha visto impegnati a tutti i livelli e senza sosta”, come si legge in una nota. Per soddisfare le richieste dei rapitori, che a un certo punto avevano minacciato “un passo estremo”, le autorità hanno liberato la moglie del leader maoista e promesso di facilitare il rilascio di altri prigionieri.
Bosusco, guida turistica di 54 anni, era stato rapito lo scorso 14 marzo durante una visita ad alcune tribù nella giungla insieme a Claudio Colangelo, liberato poi nove giorni dopo. Si è trattato del primo sequestro di stranieri da parte dei ribelli.
I maoisti hanno detto di avere rapito i due italiani perché stavano fotografando delle donne che facevano il bagno nel fiume, accusa respinta da Colangelo dopo il rilascio.
I guerriglieri maoisti – o Naxal – da decenni lottano in una vasta area dell’India centro-orientale e sono considerati la principale minaccia alla sicurezza interna.
Dicono di combattere per i diritti di milioni di senza terra. Centinaia di persone muoiono ogni anno nel conflitto.
(Antonella Cinelli- fonte Reuters Italia)