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Cosa succede se Israele attacca Teheran

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di Ali Izadi
Gary Sick
è stato un pezzo grosso nella politica estera degli Stati Uniti, dai tempi della presidenza Ford fino a quelli di Ronald Regana, passando per quelli di Carter. Li ricorda bene i giorni dell’occupazione dell’ambasciata americana di Tehran, una pagina che molti definiscono “il golpe di Khomeini”, l’esproprio della rivoluzione. Ha infatti dedicato una costante attenzione, da allora in avanti, a Teheran, e se ne occupa assiduamente durante le sue lezioni alla Columbia University, dove insegna relazioni internazionali.

Gary Sick qualche giorno fa ha scritto un articolo sul sito della Cnn dal titolo tanto semplice quanto intrigante: ” Che succede se Israele attacca l’Iran?”
Per prima cosa ovviamente si dovrebbe convocare una riunione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, dove con ogni probabilità verrebbe presentata una risoluzione di condanna di Israele. Gli Stati Uniti secondo Sick potrebbero usare il loro diritto di veto; ma gli europei? Cosa potrebbero fare gli europei? E come ne uscirebbe, da quel confronto, la collaborazione euro-americana? La discussione al palazzo di vetro comunque non sarebbe breve e nel frattempo sarebbe doveroso seguire le reazioni iraniane. Secondo Sick l’Iran potrebbe di nuovo stupire il mondo.

A suo avviso infatti la reazione del regime degli ayatollah non sarebbe quella di reagire militarmente, direttamente o per interposte milizie, ma di uscire dal Trattato di Non Proliferazione Nucleare, affermando il proprio diritto di difendersi da un paese che non aderisce al Trattato di Non Proliferazione ad ha la bomba atomica.

Il terzo fronte da seguire, durante il protrarsi della discussione al palazzo di vetro, sarebbe quello dei mercati petroliferi. Il blocco delle esportazioni dei 2 milioni di barili di greggio dell ‘Iran porterebbe ad un aumento stellare del costo del petrolio nel mercato internazionale, come hanno peraltro già affermato dal Fondo Monetario Internazionale, prevedendo in un caso del genere un rincaro dell’oro nero di 20/30 dollari al barile. Una cifra che a suo avviso potrebbe anche aumentare di molto, nel caso che gruppi armati legati a Tehran riuscissero a colpire gli oleodotti di Baku- Jihan- Teflis.

Lo scenario in questo caso per Gary Sick sarebbe quello di un prezzo altissimo per l’economia globale, a partire da quelle di Stati Uniti ed Europa. Un prezzo che nelle condizioni date non tutti potrebbero pronti a pagare.

http://ilmondodiannibale.globalist.it


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