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Cie Gradisca ancora vietato ai giornalisti

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L’Assostampa Fvg giudica inaccettabile e non più tollerabile la censura sul Cie (Centro di identificazione ed espulsione) e il Cara (Centro di accoglienza richiedenti asilo) di Gradisca che colpisce esclusivamente gli operatori dell’informazione. Il 28 aprile, i parlamentari Carlo Monai e Ivano Strizzolo e il consigliere regionale Roberto Antonaz… hanno fatto ingresso al CIE di Gradisca con accompagnatori di loro scelta – uno per rappresentante istituzionale, tra gli accompagnatori anche il sindaco di Romans. Ai sei giornalisti che hanno presentato formale richiesta alla Prefettura di Gorizia, invece, l’ingresso è stato negato. Finora tutte le richieste dei giornalisti – individuali e collettive – sono state regolarmente respinte nonostante le disposizioni del ministro Cancellieri abbiano revocato la circolare del 2011 dell’allora ministro Maroni. Inspiegabile risulta la motivazione, addotta dalla Prefettura, che nega l’autorizzazione agli organi di stampa causa “lavori di ristrutturazione”. Sussiste il pericolo che nel perenne “cantiere” un giornalista si possa fare più male del parlamentare o del consigliere regionale? Altre sono evidentemente le motivazioni e a questo riguardo indigna la mancanza di trasparenza da parte della Prefettura. Anche oggi i giornalisti presenti di tutte le testate di stampa locali e della Tv hanno potuto soltanto acquisire il racconto dei soggetti istituzionali e dei loro accompagnatori.

L’Assostampa Fvg, che ha aderito alla campagna nazionale LasciateCIEntrare (nel comitato promotore ci sono Fnsi e Articolo 21), era oggi presente con i sui rappresentanti davanti ai cancelli Cie e Cara di Gradisca. All’uscita dal Cie l’onorevole Monai in merito all’ennesimo divieto ai giornalisti di accedere alla struttura, ha dichiarato: “Siamo assolutamente convinti che nell’interesse pubblico ci dovrebbe essere trasparenza e informazione soprattutto su queste zone grigie, nelle quali anche l’omertà e la mancanza di trasparenza alimentino una percezione di assenza di democrazia. Viviamo in uno stato democratico e la democrazie impone soprattutto la trasparenza delle situazioni più delicate e difficili, dove la libertà dell’uomo – parlo dell’uomo e non soltanto del cittadino italiano – consacrata dalla Costituzione e dagli atti fondamentali del nostro vivere civile, deve essere verificata più di quanto non sia nella normalità.”


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