Comunque andranno le elezioni francesi ci faranno capire che continuiamo ad essere una anomalia in Europa, e non certo in senso positivo. In Francia, come in Spagna, in Germania, in Gran Bretagna, si fronteggiano due grandi blocchi: i conservatori, più o meno liberali e liberisti, e i socialdemocratici, di varia natura. Accanto a questa divisione permangono altre opzioni possibili (dai verdi alla sinistra post comunista, dai pirati alle formazioni xenofobe), ma che, sino a questo momento, non sono riuscite ad insidiare le due grandi famiglie dei conservatori e dei socialisti.
Forse in Francia vincerà Hollande, e sarà un bel problema per chi stava e sta lavorando per un’asse Merkel Monti Sarkozy e già sognava una sorta di grande partito transnazionale capace di unificare tutti i moderati. Questo sogno, o incubo, seconda dei punti di vista, dovrà ripiegare dentro i confini domestici, ed assumere la veste del partito della nazione, vagheggiato da Passera e da Casini, auspicato dai berlusconiani delusi. Sulla loro destra dovranno ritrovarsi i commensali di Arcore, sotto la direzione dei Berlusconi e dei Bossi, assistiti dai loro più o meno inquieti delfini ,o trote che siano. Le elezioni francese, comunque vadano, parleranno soprattutto al Pd. Continuerà a guardare al partito della nazione? Rinuncerà ad una sua candidatura per la direzione del paese? Abbandonerà definitivamente la strada della costruzione di una forza socialista e libertaria ,capace di mettere insieme forze politiche e sociali che non si ritrovano nella accettazione subalterna di tutte le condizioni poste dalla autorità monetarie e finanziarie internazionali?
La destra internazionale e nazionale non ha paura della antipolitica,e neppure della demagogia, anzi ne condivide in parte persino il disprezzo per le istituzioni, per le forze politiche e sindacali, per la presenza pubblica nella economia e per lo stato sociale. La oligarchia dominante sa che da questa campagna ne uscirá rafforzata, come è accaduto anche nel passato, La destra italiana sa che questo centro sinistra diviso e rissoso non ha possibilità alcuna nè di vincere, nè, tanto meno di governare. Alle prossime elezioni ci sarà il 7% di Vendola, il 7 di Di Pietro, il 6 di Grillo,che tuttavia non può essere conteggiato a sinistra, e forse il 3% di Rifondazione. Da qui la possibilità che il governo Monti e le sue innaturali alleanze possano prolungarsi nel tempo, per mancanza di alternative. Altro che rientrare in Europa, dal punto di vista politico noi stiamo andando in direzione opposta. Altro che il Burlesque di Berlusconi! Il partito della nazione, che piaccia o no, sta cercando di dare alla’Italia una formazione di centro destra con precisi riferimenti in sede internazionale e che si riconosce nelle attuali politiche monetarie e finanziarie. Questo partito lancerà la sua sfida per conquistare una egemonia ventennale,culturale e sociale, ancor prima che politica.
Per rispondere a questa sfida , l’Italia ha bisogno di una formazione politica che proponga altri riferimenti e che rimetta al centro il tema della ridistribuzione delle risorse e il trasferimento di opportunità dall’alto verso il basso. La questione morale non affonda solo nella corruzione e nel furto generalizzato,ma anche nella assenza di proposte alternative, nella omologazione dei progetti e dei comportamenti, nella indistinguibilitá delle parti e partiti. Per decenni il centro sinistra italiano ha guardato con fastidio alla “arretratezza” dei socialisti francesi, troppo radicali per gli ” statisti de’ noantri”, qualcosa ci dice che, tra qualche ora, i medesimi brinderanno alla salute del ” compagno Hollande”. Oggi per domani sarà il caso di ricordare che Hollande non ha mai pensato di governare insieme a Sarkozy e , al secondo turno, per guadagnare a vittoria guarderà, in primo luogo, alla sua sinistra. Che provinciali questi francesi!
Pubblicato su Blitz Quotidiano