Tra poche settimane la quinta Corte di Cassazione, presso la sede di Piazza Cavour di Roma, pronuncerà una sentenza che potrebbe essere determinante per il futuro del web in Italia. In assenza di leggi dello Stato chiare e definitive e in una situazione politica e civile assai confusa, i giudici, esprimendosi sul caso dello storico e saggista Carlo Ruta, dovranno affrontare un dilemma giurisprudenziale che oggi è cruciale: i blog possono continuare a esistere e operare liberamente oppure debbono essere parificati agli organi di stampa e assoggettati alla legge n. 47 del 1948?
Questa legge, introdotta in un momento difficile e andata presto in disuso, prevede sanzioni penali, incluse pene carcerarie, nel caso in cui vengano elusi una serie di obblighi, uno dei quali è la registrazione delle testate giornalistiche in tribunale. Il web è una risorsa vitale della democrazia. Da oltre un decennio, attraverso i blog passano informazione, ricerca storica, studi scientifici di ogni genere, documentazione sociale e civile.
Una condanna definitiva potrebbe creare un significativo punto fermo giurisprudenziale per chiudere i conti con la comunicazione in rete. L’assoluzione scongiurerebbe questo pericolo e creerebbe un importante fondamento giurisprudenziale per il legislatore, perché possa legiferare in maniera conseguente. Ancora una volta è in discussione la libertà di espressione, di ricerca e d’informazione, di cui è garante la Costituzione del Paese.