18 aprile 2002 – 18 aprile 2012. Sono passati dieci anni dall’ormai noto “Editto bulgaro” pronunciato da Silvio Berlusconi da Sofia. Abbiamo chiesto un commento a Carlo Freccero, uno dei primi epurati…
Freccero, si sente emozionato alla vigilia di questo decimo anniversario dell’“editto bulgaro”, che l’ha vista al centro dell’attenzione? Cosa è previsto per domani? Una manifestazione, diciamo, tra “reduci” …
“ A me non sembra che il regime dell’ “editto bulgaro” sia finito. Sta continuando. Tenga presente che, con il mio curriculum, rischio 10 giorni di sospensione per un motivo che, francamente, non ho capito, e che non è nemmeno messo in chiaro nella lettera inviatami dal Direttore Generale. Sono qui, e se devo ancora combattere, se ancora devo fare ricorso e difendermi, vuol solo dire che questo regime continua ancora, ancora, ancora e ancora. Nessuna logica da “reduci”, comunque: la battaglia è ancora aperta, e c’è solo da avere speranza che la situazione cambi, perché la situazione è davvero insostenibile e surreale. In questi anni, dall’editto bulgaro in poi, sono avvenute in Rai delle cose incredibili: telefonate a Mediaset, gente che usa la carta di credito dell’azienda, Direttori Generali e Consiglieri d’amministrazione che hanno fatto quello che hanno voluto. Si possono ricordare innumerevoli azioni scorrette: assunzioni immotivate, promozioni immotivate, premi immotivati, e non ne è seguita alcuna punizione. Chi è che viene punito? Carlo Freccero … Ma non solo. La cosa inquietante – è qui io mi inchino al gesto di Rizzo Nervo, che si è dimesso per non essere corresponsabile di questa azione – è che dell’altra parte c’è stata una complicità totale. Questo “editto bulgaro” non ha mai suscitato nei partiti d’opposizione una reazione forte e decisa; non si è sentito nessuno slogan, nessuno ha gridato “basta!”. No, sempre complicità. Io credo veramente che sia l’ora di dire basta. Torno a ripetere: l’editto bulgaro è l’inizio di una violenza continua, costante, vergognosa, immorale che si perpetua esattamente da dieci anni”.
Ci sono stati gli editti, ma ci sono anche le decisioni amministrative. Cosa pensa di Rai Corporation, che in queste ore viene affidata ai “robivecchi”?
“Rientra tutto nelle modalità del regime che ho illustrato prima. L’editto bulgaro è solamente l’inizio – devo dire tracotante – di un atteggiamento che continua anche adesso. E pensare che questo Paese ha ormai un’altra maggioranza. Viviamo ormai in un’altra Italia, ma nonostante tutto si continua ancora con “l’editto bulgaro”. Basta! Dove sono finiti i presidii di garanzia? Io sono veramente esterrefatto, perché non capisco come faccia questo regime a conservare tutta la sua forza senza trovare alcuna opposizione da parte delle istituzioni”.
(intervista a cura di Alberto Baldazzi)