Era quasi un anno fa, a Parigi, nella popolare Rue Bretagne, nel Marais, vicino al secolare mercato rionale “des enfants rouges” (il mercato “dei bambini rossi”): una zona rimasta ancora un’isola autentica dell’antico quartiere ebraico nonostante ormai sia diventata di tendenza per i numerosi ateliers di moda, le gallerie d’arte e locali à la page. Io e mia moglie abbiamo incontrato per questa affollata e vivace strada due “ragazze rosse” senza età, eterne amiche: Bruna Bellonzi e Miriam Mafai, che passeggiavano al tiepido sole, ingannando il tempo in attesa del pranzo. Si parlò di tante cose, quasi da “rifugiati” in un paese libero, della politica italiana e della crisi, e del diverso modo di vivere il tutto in una Francia ricca di occasioni culturali e artistiche. Loro si stavano dirigendo verso una nota e storica Brasserie della zona, il Bar Progrès, oggi ritrovo dei giovani specie di sera, di intellettuali di sinistra, di artisti, ma anche delle famiglie della zona e di quanti vogliono ancora vivere una Parigi d’altri tempi, come la descriveva Simenon nei suoi Maigret.
Ci salutammo, augurandoci una piacevole giornata e rimase in noi l’incantevole ricordo di queste due vecchie-giovani amiche, che si andavano a godere una giornata di sole sedute a mangiare un piatto tradizionale, come se il tempo non dovesse finire mai. Come se il mondo degli affanni dovesse essere comunque contenuto dall’ottimismo, dai valori fondamentali dell’amicizia, la fedeltà agli ideali, ad una storia vissuta con la saggezza e la consapevolezza. Un mondo in tumulto che può essere alleggerito dai suoi fardelli anche grazie ai valori fondamentali dell’amicizia, della lealtà, degli affetti e della fedeltà agli ideali. Come chi si è battuto sempre in prima linea e che sa quando il tempo della leggerezza dell’anima va vissuto col sorriso sulle labbra. Ora la sua anima sarà in volo verso un’altra Brasserie, in cielo, dove l’aspettano per riprendere i discorsi interrotti in terra il suo “ragazzo rosso” Pajetta e l’arguto inventore di Telekabul Sandro Curzi. Buon viaggio Miriam…