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Boom di vendite per il Casalese, si pensa a un tour

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La notizia gli è arrivata ieri mattina, mentre stava parlando col sottosegretario all’editoria Paolo Peluffo al festival del giornalismo di Perugia. Un semplice messaggino con scritto «Vittoria!», che ha avuto la capacità di fargli sparire il magone con cui era partito dalla città dove vive e lavora, Napoli. Stiamo parlando di Ciro Pellegrino, giornalista trentacinquenne che collabora con Il Mattino e Linkiesta.

Ma Ciro è soprattutto uno dei nove autori de Il Casalese, libro che
racconta l’ascesa e la caduta dell’ex sottosegretario ed ex
coordinatore campano pidiellino Nicola Cosentino, fedelissimo
berlusconiano, su cui pendeva una richiesta d’arresto per concorso
esterno in associazione di stampo camorristico prima che il parlamento
lo salvasse col voto contrario. Il volume è stato preso di mira dalla
famiglia Cosentino, che, tramite i propri avvocati, ha chiesto il
sequestro immediato delle copie in circolazione nonché un risarcimento
danni monstre di 1,2 milioni di euro.

Una chiara strategia legale volta a intimidire la piccola casa
editrice che ha pubblicato il testo e a mettere in guardia qualsiasi
giornalista che voglia accendere un faro su una delle famiglie più
importanti e discusse della provincia casertana. Il primo round di
quella che si preannuncia una lunga battaglia giudiziaria è però
andato a Pellegrino e agli altri otto colleghi. Il giudice che doveva
decidere sulle sorti de Il Casalese si è infatti dichiarato
incompetente e ha passato la questione a un altro magistrato della
sezione ordinaria del tribunale di Napoli. Il libro, quindi, potrà
tranquillamente essere venduto, almeno fino a quando non verrà fissata
una nuova udienza.

Non è una vittoria definitiva, certo, ma sicuramente è un primo colpo
ai legali dei Cosentino. «Non abbiamo ancora azzerato il rischio della
distruzione della nostra inchiesta – ci dice Pellegrino – però
portiamo a casa un primo importante risultato: non ci sarà alcun
sequestro, almeno per ora».

Peraltro la querelle legale aperta dai familiari dell’ex
sottosegretario, come spesso accade in questi casi, sta provocando un
effetto opposto a quello sperato: grazie alla pubblicità dovuta alle
carte bollate, il libro vende e Pellegrino e soci sono continuamente
invitati a presentarlo, in Campania e non. Addirittura la Feltrinelli
ha chiesto di allestire un tour nelle sue librerie in tutta Italia. A
dimostrazione di come chiedere il sequestro di un libro non sia mai
una buona idea.


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