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Rai: si arrende anche Monti?

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Monti fai Monti! A differenza di altri non abbiamo nulla da chiederLe:  né una frequenza gratuita, né un presidente della Autorità delle comunicazioni e neppure un consigliere di amministrazione Rai. Le chiediamo solo di fare quanto ha già annunciato e cioè: assegnare le frequenze digitali attraverso un’asta a pagamento e senza regali a nessuno; proporre un presidente per la Autorità di garanzia che creda davvero nei valori della concorrenza, delle liberalizzazioni, della parità di accesso ai media per le forze politiche e sociali… – Assegnare le frequenze digitali attraverso un’asta a pagamento e senza regali a nessuno.
– Proporre un presidente per la Autorità di garanzia che creda davvero nei valori della concorrenza, delle liberalizzazioni, della parità di accesso ai media per le forze politiche e sociali.
– Porre fine al controllo diretto della Raida  parte dei governi e dei partiti e di farlo senza concedere proroga alcuna agli attuali vertici.Le chiediamo infine di contribuire a far levare dalle spalle dell’Italia quella maglia nera in materia di libertà di informazione che ci è stata assegnata dalle principali istituzioni ed agenzie specializzate.

Purtroppo, proprio in queste ore, prima il presidente del Senato Schifani, e poi il ministro Passera ci hanno fatto sapere che non ci sarebbero tempi e numeri per cambiare la Gasparri, comunque al massimo sarebbe possibile ridurre il numero dei consiglieri, lasciando però saldamente nelle mani del governo e dei partiti il potere di nomina.

Lei la pensa così? Questa sarebbe la riforma di “segno europeo”? Come mai il ripensamento arriva dopo i colloqui con Confalonieri e il finto sdegno di Alfano che ha disertato il vertice con Lei, Bersani e Casini?

Il film che state per mandare sugli schermi del Parlamento è solo la replica di una vecchia pellicola intitolata: “Il conflitto di interessi colpisce ancora”.

Evidentemente è più facile affrontare il “tabù” dell’articolo 18 che non il tabù della Gasparri.

Speriamo di essere smentiti, nell’attesa, tuttavia, ritroviamoci tutti a Roma, il prossimo 28 marzo, davanti alla sede della Rai per chiedere che quello sia, come prevede la legge, l’ultimo giorno di vita “politica” dell’attuale gruppo dirigente.


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