Non sappiamo se per la Rai serva un commissario, un maresciallo o un questore. Ognuno scelga pure la divisa che preferisce… Di sicuro serve che non si perda altro tempo, che non si diano proroghe al gruppo dirigente, che il nuovo Consiglio non sia un affare privato del governo e dei partiti, magari anche dei proprietari della concorrenza. Non basta solo un nome di prestigio…
Non basta solo un nome di prestigio a risollevare una azienda ormai in ginocchio, bisogna che sia pubblico e chiaro anche il mandato che il governo intende affidare e questo mandato deve essere discusso nelle aule del Parlamento, non confinato in ristrette riunioni di vertice.
Il commissario o maresciallo che sia dovrá essere un “Tagliatore di teste” o un cercatore di talenti, di idee, di libertá?
Potrà fare concorrenza anche a Mediaset o dovrá autofrenarsi?
Fará rientrare gli escusi o dovrà omaggiare I collusi?
Terrá i Gioielli di famiglia, a cominciare dagli impianti e dalle teche, oppure svenderá reti e risorse al miglior offerente?
Premierà la creatività e la competenza oppure preferirá la mediocritá e il servillismo?
Sarà generalizzato il metodo del reclutamento per selezione? Sarà possible l’autocandidatura e il pubblico confronto tra i curricula dei candidati?
Lo abbiamo giá detto e lo ripetiamo: Monti scelga il direttore che più gli piace, meno lo contratterá nei vertici e meglio sará per tutti.
Il mandato che invece darà al commissario, questore, prefetto, non potrà e non dovrà essere ambiguo e confuso.
La Rai è un grande patrimonio pubblico, un bene comune. Negli ultimi anni questo bene comune è stato privatizzato e trasformato in una sorta di “Satellite” dell’impero del conflitto di interessi.
Ora è giunto il momento di liberarla dai bavagli e dai lacci e di restituirla alla comunità.
Per questo occorre una grande discussione pubblica, un coinvolgimento delle forze politiche, ma anche di tutte le forze sociali, sindacali, professionali.
Articolo 21 sosterrà con grande convinzione tutte le iniziative, da chiunque promosse , che andranno in questa direzione, a cominciare dagli appuntamenti già indetti, per i i prossimi giorni, da Move On, dall’Usigrai e dalla FNSI e dalla Italia dei Valori.
Naturalmente lavoreremo affinchè su questo tema, sul conflitto di interessi e sull’asta per le frequenze digitali , si arrivi alla più vasta unità di intenti tra tutte le forze che, in questi anni, hanno sempre contrastato le leggi bavaglio, le censure, le liste di proscrizione.