La tutela della proprietà intellettuale in Italia si basa su una legge varata nel 1941, esattamente il 22 aprile, ossia nel pieno della seconda guerra mondiale. Ad oggi, nella società multimediale e digitale…
La tutela della proprietà intellettuale in Italia si basa su una legge varata nel 1941, esattamente il 22 aprile, ossia nel pieno della seconda guerra mondiale. Ad oggi, nella società multimediale e digitale, la materia di diritto d’autore è intrisa di conflitto: da un lato la difesa della proprietà intellettuale e commerciale delle opere creative, dall’altro la libera circolazione delle idee.
Se il lavoro intellettuale e l’opera d’ingegno vanno – giustamente – tutelati e valorizzati, la rete non dovrebbe essere considerata uno spazio caotico, un far west, un mare pieno di pirati dove “rubare” opere d’autore e creatività.
Internet è uno spazio libero, un laboratorio culturale, un luogo d’incontro, un crocevia di saperi, informazioni, notizie, canzoni, video… uno spazio che spaventa soprattutto coloro che poco lo conoscono . Numerosi i casi di tentato “bavaglio” alla rete: dall’emendamento D’Alia a quello Fava passando per l’emendamento Carlucci.
Il popolo della rete non tace, anzi. E’ attento, vigila, non permette di intralciare la libera circolazione delle idee, porta avanti battaglie per la libertà del web.
In Italia, il 5 luglio dello scorso anno con la manifestazione “Una notte per la rete” si bloggers, ricercatori, attivisti si sono ribellati all’approvazione del regolamento Agcom sul diritto d’autore. L’indomani, il 6 luglio 2011 con il solo voto contrario del Commissario D’Angelo e l’astensione di Lauria, l’Authority delle comunicazioni varò uno schema di regolamento, a cui seguì una seconda consultazione pubblica, così come richiesto all’Agcom anche dall’Unione europea.
Vicenda assai complicata – e dagli innumerevoli risvolti – quella che porterebbe all’approvazione del regolamento sul diritto d’autore da parte di un’Autorità che non ha i poteri necessari per gestire una simile materia.
Ad un mese dalla scadenza del mandato, il Presidente dell’Agcom spingerà verso l’approvazione della disciplina sul diritto d’autore? Oppure, in seguito alle pressioni del popolo della rete deciderà di “passare le consegne” al governo?
Mercoledì scorso a seguito della richiesta di audizione in Senato da parte dei Senatori Pd Vincenzo Vita e Luigi Vimercati, il Presidente dell’Agcom Corrado Calabrò dichiara alle commissioni congiunte VII e VIII la volontà di fare un passo indietro. Sarà il governo a regolamentare la materia. Quindi, la palla passa alla Presidenza del Consiglio che dovrà cimentarsi con un iter normativo in materia di diritto d’autore. Tuttavia, il testo finale del regolamento, così come ha lamentato Vincenzo Vita durante l’audizione del 21 marzo, non è noto. Infatti, in una nota a firma Vita – Vimercati si legge: “L’audizione del Presidente Calabrò sul tema del diritto d’autore ha evidenziato diverse fragilità rispetto alla base giuridica su cui poggia il regolamento, che richiedono – innanzitutto – l’approvazione di una legge di sistema per adeguare la vecchia normativa del 41”.
Per tali ragioni, i senatori del Pd hanno chiesto “di sospendere l’approvazione del regolamento per coordinarlo con la discussione di una nuova normativa che possa diventare legge in tempi brevi, soprattutto a fronte della nuova iniziativa dell’esecutivo.”
Mercoledì 28 marzo si terrà la seconda parte dell’audizione.
Sarebbe importante riflettere sulle modalità di legiferare su una simile materia, sperando in un ripensamento dell’autorità.
Internet è uno spazio transnazionale senza confini. Secondo il Professor Rodotà “siamo di fronte alla necessità di inventare nuove forme giuridiche” per cui “ è evidente che si impone un cambiamento di registro per affrontare il tema della conoscenza in rete” .
Cosa che peraltro già sta avvenendo: è l’autore che è libero di gestire la propria opera attraverso licenze “creative commons”. In Italia cinque milioni di casi, tra cui Jovanotti che posta regolarmente le tracce delle sue canzoni su soundcloud e chiunque è libero di usarle.
Come direbbe su twitter @lorenzojova “#internet è l’ombelico del mondo”.