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Estendere l’articolo 18? La verità è un’altra, lo si vuole smantellare

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 di Marco Bazzoni*

Tutto è partito dal lontano 2002, quando 10 fa,  Cisl e Uil, firmarono con il “secondo” Governo  Berlusconi, il “Patto per L’italia”: qualcuno se lo ricorda ancora??? Questo patto scellerato, perchè non si può  definire diversamente, prevedeva la sospensione  dell’articolo 18 (Legge 300 del 20 Maggio 1970) per ben 3 anni. Per fortuna questo “patto” non fu mai applicato,  ma questo grazie alla grande mobilitazione della  Cgil, che il 23 Marzo 2002, portò in piazza a Roma ben 3 milioni di persone. E non fu l’unico sciopero che la Cgil fece in  difesa dell’articolo 18, poi alla fine l’ex  Governo Berlusconi si mise l’anima in pace come  si suol dire e per un pò di tempo non ha più  pensato all’abolizione dell’articolo 18. Ma non è stata l’unica occasione in cui ci ha provato.

Come dimenticare il ddl lavoro del 2010, che  conteneva la tanto contestata norma  sull’arbitrato (molto cara all’ex Ministro  Sacconi), che per fortuna fu fortemente  modificata, ma solo grazie all’altolà del  Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano,  che rispedì il ddl lavoro al Parlamento, non firmandolo. Dove non era riuscito neanche Berlusconi e  Sacconi, ci sono riusciti Monti e la Fornero, che  tolgono l’articolo 18 ( per tutti e non solo per  i nuovi assunti come ci volevano fare credere),  per i licenziamenti per motivi economici, mentre  a quanto ci dicono rimane per i licenziamenti  discriminatori, anche per le imprese sotto 15  dipendenti (che adesso non c’è l’hanno).

Ma non me “la danno a bere”, è evidente a tutti  che per dimostrare un licenziamento  discriminatorio (ad esempio un licenziamento  perchè uno appartiene ad un sindacato non gradito  all’azienda) ci vogliono i testimoni. E voi credete, che con l’articolo 18 smantellato,  con la crisi che c’è, un collega di lavoro rischi  il proprio posto di lavoro per difendere un  lavoratore che è stato licenziato per motivi discriminatori??? Ma fatemi il piacere!!! E’ solo una contentino, per tenerci buoni, per  farci credere che non è stato cancellato, ma solo  modificato: ma le cose non stanno così!!! Cmq, non dobbiamo essere così tristi, se veniamo  licenziati per motivi economici, abbiamo sempre  un indennizzo che va da un minimo di 15 mensilità  ad un massimo di 27 mensilità. Guardando la busta media di un operaio, che si  aggirà intorno ai 1000 euro netti, parliamo di  una cifra che varia da 15 mila a 27 mila euro. Due anni di lavoro circa, per intenderci, e poi? Con la crisi che c’è, con il Paese fermo, in  forte recessione, con le aziende che chiudono,  che mettono in cassa integrazione, in mobilità  (fino a quando non passa questa riforma, poi  sparirà pure quella), il Governo pensa di  rilanciare l’economia con i licenziamenti facili!!! Ma quando mai, il Paese non ripartirà minimamente. Se non si detassano gli stipendi, se ai  lavoratori non si fanno rimanere più soldi in  busta paga, l’Italia non ne uscirà mai dalla crisi!!! L’unico sindacato che si è opposto è stata la  Cgil, e meno male dico io, EVVIVA LA CGIL: almeno  c’è un sindacato in Italia che fa il suo dovere. Però non possiamo dire la stessa cosa di Cisl e  Uil, anche se sembra, ripeto sembra, abbiano  fatto una frenata (sempre in ritardo, eh?) rispetto alle posizioni iniziali.

Lo smantellamento dell’articolo 18 è una vera vergogna! Inoltre sono molto curioso di sapere anche cosa  farà il Partito Democratico, che fino ad ora ha  votato tutto quello che ha proposto il Governo Monti. Se votassero anche questa riforma del lavoro  (senza opportune modifiche), che contiene lo  smantellamento dell’articolo 18, vorrei proprio  sapere, con che coraggio, si presenteranno ai  loro iscritti e simpatizzanti, la cui stragrande  maggioranza sono operai, impiegati, cioè  lavoratori dipendenti, per chiedere di essere  votati per le elezioni politiche del 2013?! Sia chiara una cosa, io non potrei mai votare,  ripeto mai, un partito che votasse una riforma del genere!!! Che poi non è finita qui, l’abolizione  dell’articolo 18, toccherà anche la salute e sicurezza sul lavoro. Provati a pretendere la sicurezza sul lavoro, e  vedrai che verrai licenziato all’istante, senza tanti complimenti. Inoltre, va detta una cosa, già ora, nelle  aziende dove non c’è l’articolo 18 gli infortuni  gravi e quelli mortali sono molti più. Non oso immaginare, cosa succederà alla sicurezza  sul lavoro quando verrà approvata dal Parlamento questa riforma del lavoro. Altro che modifiche, altro che estensione  dell’articolo 18 per le aziende sotto 15  dipendenti, qui la verità è un’altra, lo si vuole proprio smantellare!!!


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