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“L’ANPI non giudica i governi dalla loro composizione, ma dai loro atti. Il governo Meloni inizia con un atto allarmante”. Così inizia la nota diffusa dall’Associazione Nazionale Partigiani a proposito del decreto sui rave che tanto sta facendo discutere in queste ore.
“Il decreto legge cosiddetto anti-rave, approvato nella prima seduta del Consiglio dei Ministri, limita la libertà di manifestazione tutelata dall’art 17 della Costituzione. – si sottolinea nella nota – Non si tratta solo di una disposizione punitiva, per di più in modo abnorme, della naturale propensione giovanile all’aggregazione in particolare attorno a raduni musicali, che si possono regolare senza ricorre a modifiche del Codice penale. Ci si riferisce genericamente a “raduni pericolosi per l’ordine pubblico o l’incolumità pubblica o la salute pubblica” tramite “invasione arbitraria di terreni o edifici altrui, pubblici o privati”. Rientrerebbero così in questa fattispecie di reato il presidio di un’azienda, l’occupazione di una scuola o di una università, o forse addirittura un sit-in o un corteo o addirittura le manifestazioni di festa sportiva o di altra natura. Chi lo decide? Il commissario di polizia? Il questore? Il Prefetto? Lo stesso ministro dell’Interno? C’è una gravissima ed intollerabile ambiguità che può far emergere una propensione autoritaria del governo. L’ANPI è pronta assumere ogni iniziativa legittima a tutela della Costituzione e delle libertà dei cittadini, a cominciare dalla potenziale incostituzionalità del provvedimento in oggetto”.
