Bruto: “Quale Europa?” Le divisioni: nord-sud ed est-ovest

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L’attentato al presidente slovacco ha messo in evidenza le divisioni, letteralmente mortali, che attraversano l’intera Europa. In questo caso un contrasto politico, tra un cittadino progressista e il capo del governo, valeva la vita del nemico politico. I contrasti tra destra e sinistra sono solo uno degli aspetti delle enormi differenze che caratterizzano i popoli europei. Come diceva il geografo russo Vernadsky: possiamo cambiare la storia, ma non possiamo cambiare la geografia.

Finora le differenze geografiche si sono manifestate tra il nord ed il sud dell’Europa. E ciò per più motivi. Innanzitutto, il nord è “frugale” e il sud è “spendaccione”. Difficilmente confutabile la valutazione dei paesi nordici rispetto ai bilanci degli stati europei mediterranei. La Grecia e l’Italia viaggiano ormai con un deficit statale che è intorno al 140% del PIL. In particolare, la Grecia sta riducendo il deficit, mentre l’Italia comincia a vendere i gioielli di famiglia (Eni e Poste) per ridurre (di pochissimo) il deficit. Nonostante il deficit degli stati mediterranei, non si coglie alcun beneficio per il popolo (salute, istruzione, pensioni e alloggi). Qualcuno avrà lucrato a spese dei poveri onesti.

Ma oltre alla distinzione geografica nord-sud, oggi emerge quella est-ovest. Come ha dimostrato la mancata firma per la legge contro le discriminazioni agli LGTB; i paesi ex “oltre cortina” hanno un acceso sentimento nazionalista che sconfina nell’autoritarismo reazionario. In questa visione reazionaria si è anche accodata l’Italia della Meloni, che non ha firmato la proposta europea.

Come ci ricordava Giacomo Leopardi nella sua poesia “Bruto Minore” (riportando un concetto di 2.000 anni fa), la democrazia e l’onestà non sono beni concreti, veri e toccabili, sono solo espressioni. Così, a tale ipotesi di pensiero democratico, si contrappone l’autoritarismo dei nuovi cesari, che trovano spazio nell’Europa orientale. Forse, sino ad oggi, troppo breve è stato il tempo dalla caduta del Muro, per far maturare il sentimento democratico nei paesi ex comunisti. Nell’Italia di oggi si può intravedere invece una continuità. Con l’autoritarismo del ventennio.


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