Così come nel 2010 contro il ddl Alfano, oggi siamo pronti a mobilitarci contro il ddl del governo Renzi e contro le continue intimidazioni e minacce ai giornalisti che, da più parti, mettono in pericolo la libertà di informazione. Attacchi sempre più pesanti al diritto di cronaca come quello “esemplare” rivolto a novantasei giornalisti denunciati dalla Camera Penale per aver pubblicato intercettazioni dell’inchiesta su Mafia Capitale. Per questa ragione abbiamo deciso di portare la nostra protesta questa mattina davanti al Tribunale di piazzale Clodio in occasione dell’inizio del processo di Mafia Capitale per denunciare l’inaccettabile intimidazione e per esprimere la nostra solidarietà ai colleghi denunciati per aver fatto solo il proprio lavoro.
La situazione rischia di aggravarsi con il recente ddl che affida al governo il potere di stabilire le regole sulla pubblicazione delle intercettazioni limitando la diffusione solo a quelle di rilevanza penale, escludendo le conversazioni d’interesse pubblico. In questo modo si limita il diritto di cronaca e si colpisce il diritto di essere informati come abbiamo spiegato nell’appello scritto assieme a Stefano Rodotà. Un nuovo bavaglio, dunque. Noi non ci stiamo!
IL COMITATO PROMOTORE NO BAVAGLIO
(Articolo21, Arci Associazione Nazionale, Associazione Nazionale Stampa Online (ANSO), Federazione Nazionale Stampa Italiana (FNSI), Gruppo Abele, Il Fatto Quotidiano, Libera – Contro le mafie, Libertà e Giustizia, Libertà e Partecipazione, Ordine dei Giornalisti (Odg), MoveOn, PRESSing giornalisti in rete, Sindacato cronisti romani, Stampa romana, Usigrai – Unione sindacale giornalisti Rai , Associazione Giulia, Unione nazionale cronisti italiani)
firma anche tu l’appello di Stefano Rodotà