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Fittipaldi Nuzzi: non sharia, ma ria sì  

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Nel novembre 2000 papa Wojtyła promulgando la nuova “Legge Fondamentale” (Costituzione di soli 20 articoli ferma al 1929) dello Stato della Città del Vaticano, abolì definitivamente la pena di morte, praticata abbondantemente dallo Stato Pontificio ante patti lateranensi. Un’idea possiamo farcela andando a rilegger di mastro Titta  (er boja de Roma  che in ogni genere di supplizio – mazzola, squarto, forca, ghigliottina – mostrò sempre eguale abilità) che prima d’ogni esecuzione si confessava e comunicava.

L’art.1 della Carta sancisce: Il Sommo Pontefice, Sovrano dello Stato della Città del Vaticano,  ha la pienezza dei poteri legislativo, esecutivo e giudiziario. A fronte di questo, i restanti 19 si rivelano pure troppi.

Se poi consideriamo che il Papa, oltre a essere il sovrano di quello Stato, è altresì Pontefice della Chiesa cattolica (probabilmente fu proprio l’enciclica «Evangelium vitae» del 1995 che portò Giovanni Paolo II ad abolire pur come sovrano di Stato la pena di morte), le “cose” assumono doppia sacralità che è termine di profonda valenza anche per laicità di Stato. Se così non fosse si parlerebbe (seppur grossolanamente) di teocrazia e non pare proprio il caso di giungere a trattar di sharia vaticana!

Il processo penale dello Stato Vaticano contro i due giornalisti Fittipaldi e Nuzzi sta (velocissimamente) procedendo a botte di vaticani codici penali per diritto e procedura  che, a dir poco,  annichiliscono il diritto italiano e pur quello internazionale. Ed è qui che rientra in ballo la “Legge Fondamentale” per 20 articoli. Quella è base di tutti i codici delle leggi.

Che possiamo aspettarci dunque da soli 19 articoli, pianeti ruotanti attorno al Sole del primo articolo che tutto fa e tutto può?!

Giusto questo: che il sovrano di quello Stato indossi la veste di Pontefice della Chiesa, peraltro in prossimità del giubileo di misericordia, e conceda dunque questa agli imputati…


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