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Marino: fatto non fosti a viver come Bruto

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«…Immediatamente dopo, se gli scontrini non avessero funzionato, sarebbero passati a mettermi la coca in tasca…». Si fa per dire, per sintetizzare in qualche modo il succo delle cose. Ed è in questo modo che Ignazio Marino (già) sindaco di Roma ha sintetizzato.

Chi ha orecchie per intendere, occhi per vedere e capacità di sintesi, intende, vede e costruisce. Sono i “chi” che (perciò) avevano già  previsto che non sarebbe durato a lungo…. Fin dalla panda rossa (auto o ailurus fulgens va bene uguale nel nostro caso) stava scritto che quel  sindaco vaticinato   -non vaccinato da mafia, casta, figli della lupa, marchesi del Grillo, romani poteri più o meno temporali, giungendo fino a quel primo figlio della lupa che, ammazzato il gemello, s’impossessò di ‘sta città eterna- aveva i semestri contati.

Ecco il punto. Eterna dde che? Senz’altro dell’esser “fatti per viver come Bruti”. E’ già un bel passo avanti rispetto a quel Romolo fratricida. Gli è che però già stiamo al 2015 d.C. e ancora esser fermi al tempo delle pugnalate a Gaio Giulio Cesare un po’ ci turba e inquieta (a parte il farci anche un po’ senso).

Se tanto ci dà tanto quanto ancora dobbiamo subire prima d’arrivare a risolvere i (fatti non siamo a esser) Gaio Massimo Carminati?


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