Santo Della Volpe non è stato solo un grande maestro di giornalismo. E’ stato e rimarrà per sempre un esempio per tutti gli avvocati impegnati nella difesa di quei cronisti che sono vittime di querele o di azioni civili temerarie. Santo era un profondo conoscitore del Diritto, inteso come strumento eminente di tutela dei soggetti più deboli, più esposti, più vessati per il servizio che coraggiosamente rendono alla collettività. Sapeva che la libertà di informazione va salvaguardata con forza anche nelle aule giudiziarie, dove sempre più spesso i “giornalisti giornalisti” si ritrovano a respingere le assurde pretese di coloro che vogliono impedire il loro lavoro, la loro ricerca di verità. Sino all’ultimo dei suoi giorni, Santo Della Volpe non ha mancato di spendersi con tutto se stesso per questa giusta causa. E per questa giusta causa, non si è mai piegato, neppure alla malattia che lo incalzava. Le sue ultime parole, pronunciate con un filo di voce per sostenere quei giornalisti dell’Unità a cui vengono pignorate le case per le loro denunce contro vecchi e nuovi potentati, resteranno impresse nel cuore di chi ha avuto il privilegio di ascoltarle. A molti di noi, quello sforzo struggente di resistere al male fisico, per continuare ad adempiere alla sua missione etica e politica, non ha potuto non ricordare la figura di Enrico Berlinguer.