Un ministro per la Rai. Piu’ o meno tale sara’ l’amministratore delegato previsto dal disegno di legge Renzi-Giacomelli. Mai avrei creduto che si potesse togliere la foglia di fico alla deprecata legge Gasparri, di cui il Governo ,non disponendo completamente del sistema,come nell’era del conflitto d’interessi di Berlusconi , sta riattualizzando la perversione. Per di più,come ben scrive Vincenzo Vita si sta determinando “una strana specie di autoritarismo consociativo. E autoritaria, infatti, la figura dellamministratore delegato scelto dall’esecutivo (neanche il famoso direttore dellera del monopolio Ettore Bernabei aveva tanti poteri); è consociativo l’accordicchio con Forza Italia, basato sulle maggioranze dei due terzi per la scelta del presidente (in seno alla commissione parlamentare di vigilanza) e dei direttori di testata (nel consiglio di amministrazione)”.
Fin quando non si capira’ che il riferimento deve essere il cittadino e non i politici padroni del vapore del momento , non se ne uscira’ e il servizio pubblico boccheggerà senza trovare funzione e nuova legittimazione. Come si puo’ pensare che un potere di controllo sia posto nelle mani dell’esecutivo di turno ? Sembra un giro di vite della politica che vuol sentirsi proprietaria della Rai, visto che la Gasparri era stata pensata in un momento di bipolarismo e ora c’e’ il tripolarismo. Incredibile pensare che si possa correre il rischio di una minore liberta’, rispetto al servizio pubblico della lottizzazione. Eppure nel governo Renzi siede, con la prestigiosa e autorevole titolarita’ della Farnesina,il ministro che con la sua proposta di diversificazione delle fonti di nomina , piu’ si avvicino’ alla Rai dei cittadini , alla Rai che chi l’ama vorrebbe. Mi riferisco a Paolo Gentiloni. Ha altri seri problemi di cui occuparsi, ma anche a lui faccio appello. Che fine hanno fatto quelle belle idee ?
Sicuramente Fnsi e Usigrai, che hanno annunciato per martedi’ una conferenza stampa in Senato, Articolo21 e,Move On hanno fatto e stanno facendo la loro parte,ma resto basito quando leggo di un movimento d’opposizione e di rottura, come il quello dei cinque stelle, che sembra non aver compreso la grammatica della partita.I pentastellati ,che pur meritoriamente si stanno battendo per cambiare il testo all’esame del Senato, valuteranno il curriculum per scegliere chi votare. Questo il senso della dichiarazione del presidente della Viglanza , Roberto Fico alla ” Stampa ” . Ma cosi’ sono molto piu’ dietro dell’onesto Bersani, che , non avendo numeri per ottenere il cambio della legge, demando’ la scelta dei rappresentanti Pd a movimenti e associazioni. Bisogna acquisire come dato culturale che un partito rappresentato in Parlamento,anche se si denomina movimento non sceglie i nomi, ma i criteri. Mi sembra proprio che in scena ci sia il balletto dell’ipocrisia : si dice altro , si pensa alla propria bandierina da mettere. Per indipendenza ed efficienza non occorre l’uomo forte contorniato da coristi e controcoristi,ma autorevolezza che nasce dall’autonomia di fonti diversificate e scioglimento di lacci e lacciuoli,come quelli che impongono alla Rai regole da Pubblica amministrazione. Intendiamoci il rigore dei controlli e’ importante, ma non deve soffocare l’azienda. Si potrebbe ,per esempio, chiedere al presidente dell’Anticorruzione, Cantone un aiuto per una normativa piu’ attagliata, che coniughi, rapidita’ di movimento con correttezza e trasparenza. Dalla celebberima radiocronaca di Mario Ferretti: ” Un uomo solo è al comando ; la sua maglia è bianco-celeste; il suo nome è….”. La frase si completava con le generalita’ del piu’ bravo di tutti: Fausto Coppi. Stiamone certi , visti i presupposti l’uomo solo al comando della Rai, sara’ quello del piu’ fedele al governo di turno, con buona pace della giurisprudenza della Corte Costuituzionale e dei cittadini. Molto triste.