Nel 2013 Barbara Spinelli scriveva: “…[Bersani] non può che scegliere un Presidente che nell’ultimo ventennio abbia avversato l’anomalia berlusconiana, e pensato più di altri l’intreccio fra crisi economica, crisi della democrazia, crisi della legalità, crisi dell’informazione, crisi dell’Europa…”
L’allora premier Bersani propose in tal senso anche Sergio Mattarella oltre che Prodi. Perché dunque non fu già allora nominato Mattarella? Perché la spregiudicata carica dei 101 insieme con i seguaci del pregiudicato e le file degli ortotteri avevano già sentenziato la sua condanna (di Bersani). Oggi il nostro presidente è proprio Sergio Mattarella (Romano Prodi c’è parso come un fumogeno sparato per fare scena). Perché? Perché Prodi avrebbe seriamente compromesso, per non dire distrutto, il patto nazareno (probabilmente già in embrione fin dal 2013 grazie a 101 gameti). Se teniamo poi conto del Letta (stai sereno) allettato, i conti tornano: Renzi e Berlusconi avevano già pianificato la strategia di governo. Il primo a tutti gli effetti, seppur con mugugni interni facilmente manovrabili (e s’è visto), il secondo grazie a gincane tra vittimismo (per contestazioni interne), sofferte espressioni alla Silvio (Pellico) e isterici squittii mentre pesta i piedi sulla scelta del dodicesimo presidente della Repubblica: performance più che idonee a sensibilizzare i suoi (ancora cospicui) e soprattutto elettori adoranti di “beati i perseguitati per la giustizia” e “traditi uomini di buona fede”. Ma poi si deve andare avanti “per il bene del Paese”. E avanti i due andranno ancora, fidatevi.
Onoriamo il Presidente della (nostra) res publica perché è nelle sue mani che noi, gente per bene, riponiamo dignità, fiducia e speranza: “elementi” che proprio nulla hanno a che fare con anomalie del diritto e crisi della legalità. E’ solo nella sua persona che possiamo trovare la ragione per crederci.