Oggi siamo a Parigi. Innanzitutto per solidarizzare con le colleghe e i colleghi francesi, martiri della libertà di stampa. Poi per riaffermare i valori di libertà e democrazia, contro il terrorismo e la violenza che colpiscono in numerose aree del mondo. Come in Nigeria in questi giorni, con il massacro di oltre 2000 persone e un bimba di 10 anni usata come kamikaze.
A Parigi quindi per dire che le armi da usare solo quelle della cultura, della conoscenza, libri, penne, matite.
Informare, raccontare, illuminare contro chi vuole oscurare, reprimere, uccidere.