Mafia e politica nella Capitale

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La parola “mafia” fa ancora impressione a un’opinione pubblica come quella italiana, di recente fotografata dal Censis, che dà l’immagine, come ho scritto nei giorni scorsi, di una società immobile e contraddittoria, la più corrotta nell’Unione europea, quella che tra i 31 paesi dell’OCSE ha meno lettori in assoluto, tanto da avere un lettore-standard a livello nazionale che legge soltanto al 7 per cento almeno un libro all’anno ma che in compenso vanta al suo interno costanti combine di affari e queste sono di frequente contrassegnate dall’inquinamento mafioso. Per chi, come chi scrive che viene dalla tradizione del pci e ha studiato da troppi anni quel fenomeno mafioso in cui il nostro Paese è storicamente il paese primogenito allo stupore di fronte ai troppo numerosi scandali che mostrano i rapporti costanti tra mafia e politica e l’alto grado di inquinamento non soltanto delle provincie o delle periferie ma di tutti i grandi centri urbani, a cominciare dalla nostra amata capitale, si accompagna sempre una frase malinconica che significa in pratica: chi conosce realmente l’Italia non può non aspettarselo.

Così di fronte a quel che sta emergendo dall’inchiesta della procura della repubblica di Roma, guidata da un procuratore come Giuseppe Pignatone che di Cosa Nostra si intende, avendo lavorato per molti anni a Palermo, nella Sicilia che ha visto troppe vittime della mafia tra le quali, giudici come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino,non possiamo neppure questa volta stupirci ma abbiamo il dovere ancora una volta e più che mai di cercare di capire che cosa significa la storia di fronte alla quale siamo ancora una volta.
La cooperativa 29 giugno che ha come leader incontrastato Salvatore Buzzi inizia è già presente nel 1984, più di trent’anni fa, ed è esperta dall’inizio di gestione di patrimoni pubblici e proprio quell’anno che, come partner dell’Università di Roma tre si aggiudica un premio proprio nell’omonima start up. Oggi la cooperativa è un mosaico di società a responsabilità, consorzi e altre cooperative. La proposta di sintesi di bilancio 2013 fa segnare risultati notevoli: un totale attivo pari a quasi 29 Servizi amministrativi: dalla prima accoglienza in portineria a piccoli interventi di manuntezione. Il depliant illustrativo dice:” Personale qualificato con lo scopo di favorire l’integrazione sociale dei cittadini con lo scopo di favorire l’integrazione sociale dei cittadini appartenenti alle fasce deboli della società”. Tradotto in parole semplici: immigrazione, case, emergenza freddo.

Centinaia di persone assistite e immobili assistite perfettamente. Uno degli ultimi è stato aperto a Mineo nella provincia di Siracusa, qualche mese prima dell’operazione decisa dal governo che si è chiamata Mare Nostrum.
Sull’igiene ambientale il servizio della cooperativa va dalla raccolta di rifiuti alla gestione dei centri di raccolta fino allo spazzamento delle strade. Anche in questo caso, la 29 giugno ha clienti eccellenti come l’AMA(la l’azienda municipalizzata romana dei rifiuti ),i comuni di Castelnuovo di Porto, Morlupo, Moricone, Anguillara Sabazia, Castel Madama ,Lariano e Formello.
Inoltre la cooperativa di Buzzi (con il quale Carminati, il capo del gruppo fascio-mafioso,a quanto pare, ha un rapporto speciale di affari, avrebbe il compito di realizzare e mantenere le aree verdi e i parchi, persino nel centro storico della capitale. Lavora per il Campidoglio ,per la Provincia, per Eur spa e per l’AMS. E lo slogan dell’azienda parla di impegno, cura e professionalità. La cooperativa lavora nelle strutture industriali e negli ospedali, all’Auditorium Parco della Musica, nelle ASL di Roma B e D, e all’ATAC, la municipalizzata del trasporto pubblico.

Dalla capogruppo dipendono altri due soggetti Enriches 29, Om srl, Consorzio raccolta differenziata 3, Crd Immobiliare, CRISALIDE srl, e SARIM srl. L’accoglienza è quasi tutta nelle mani di Eriches 29 che ha chiuso il 2013 con un fatturato di oltre 15 milioni di euro, che gestisce tra l’altro il villaggio della solidarietà di Castel Romano, il centro di accoglienza di via Silicella , nove centri del Progetto Sprar ,uno per minori non accompagnati, altri cinque per richiedenti asilo, uno per senza fissa dimora.
Infine il Consorzio Formula Ambiente ha sedi oltre che a Roma a Forlì, Bologna, Ravenna Cesena e Cesenatico.
Insomma, i profitti dell’organizzazione sono quelli di un grande complesse di aziende tra loro collegate e questo spiega l’importanza dell’inchiesta e le conseguenze che ne deriveranno.
Che una simile attività così varia e complessa abbia potuto svolgersi per un trentennio in maniera per così tranquilla e indisturbata all’ombra della cupola di San Pietro e dei palazzi della politica è qualcosa che ancora oggi sembra difficile da credere e si spiega soltanto con i rapporti sotterranei tra centri di potere importanti ma non alla luce del sole e delle leggi vigenti. C’è da sperare che, pur con il tempo necessario per le indagini e gli accertamenti, si possa arrivare presto a capire complicità e meccanismi di quello che è stato sicuramente uno snodo significativo del rapporto contemporaneo tra mafia e politica nel nostro Paese.


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