BASTA VIOLENZA SULLE DONNE - 25 NOVEMBRE TUTTI I GIORNI

Ucciso il reporter Usa James Foley.
A dieci anni dalla morte di Enzo Baldoni
purtroppo non è cambiato niente

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Oltre l’orrore, c’è un aspetto molto preoccupante nel delirante “messaggio all’America” che i terroristi dell’Isis hanno allegato al video della decapitazione di un innocente reporter. “Noi siamo uno Stato quindi ogni attacco contro di noi è un attacco ai musulmani in tutto il mondo”. Non certo soltanto un delirante slogan, visto che il famigerato “Stato Islamico in Iraq e nel Levante” sta facendo stragi in Iraq, in Siria e in Libia. Quindi un territorio molto vasto, senza confini, dietro la spinta di un radicalismo islamico sanguinario. Non sono chiacchiere. James Foley (nella foto), il povero cronista di Boston barbaramente ucciso in Iraq, era stato rapito in Siria. La minaccia di assassinare un altro giornalista riguarda Steven Joel Sotloff rapito in Libia. Non un appoggio a nessuna rivoluzione, ma un progetto scellerato di portare la jihad in tutta la regione. Foley era noto per i reportage contro i regimi di Assad e di Gheddafi tanto che era stato rapito anche a Tripoli.

Soprattutto per chi si illude di poter trattare con certe bestie va ricordato che l’Isis (ben più allarmante di al Qaeda che attaccava direttamente gli Stati Uniti) è responsabile di una orripilante strage di Yazidi e che si è insediato a Tikrit, la città di Saddam, dopo essere arrivato addirittura alle porte di Baghdad. Responsabile dello sterminio a Mosul  e nei villaggi siriani contro chi non si converte all’Islam. Per non parlare dei numerosi rapimenti in Libia e soprattutto, ancora, in Siria dove il pensiero corre angosciante anche al destino di padre Dall’Oglio. Con i reporter che pagano come al solito un prezzo altissimo per testimoniare: quattordici morti negli ultimi mesi. Gli americani hanno sicuramente fatto molti errori in queste guerre infinite, ma non si poteva rimanere inerti di fronte ai crimini e al sequestro di donne e bambini con l’invasione del territorio attraverso un bagno di sangue. Il tentativo di accreditarsi “politicamente”, cioè come uno Stato, con il taglio della gola non solo è terrificante, ma è folle. Come chi crede che può esserci una trattativa.

A dieci anni dalla morte di Enzo Baldoni purtroppo non è cambiato niente. Anzi è molto peggio.


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