“Ci sono volte in cui si cercano, invano, parole capaci di esprimere sentimenti e pensieri che ci agitano, ma ogni concetto sembra insulso, come se le parole fossero finite. Questa è una di quelle volte. E’ difficile esprimere i sentimenti che ci assalgono di fronte alla notizia dell’uccisione dei tre giovani coloni, che erano scomparsi nella zona C della Cisgiordania e le cui salme sono comparse nei pressi di Hebron, malamente occultate come se fossero state poste appositamente per farle scoprire al più presto. Ma proviamo anche ira e angoscia, perché chi ha compiuto il gesto lo ha fatto sapendo che esso avrebbe generato nuova violenza, nuovo dolore e fomentato la spirale della vendetta, in fondo alla quale non c’è che morte e desolazione per tutti e c’è la distruzione della Palestina”. A scriverlo in una nota è la Rete Romana di Solidarietà con il Popolo Palestinese.
“Ancora non si sa chi siano i responsabili, ma speriamo che lo si scopra al più presto, affinché queste morti non siano l’alibi per una rappresaglia sulla popolazione civile che già subisce quotidiana violenza. Nell’esprimere il nostro dolore per queste come per tutte le morti causate dalla violenza e nel condannare questa ignobile azione come tutte quelle che generano morte, nel testimoniare la nostra empatia per coloro che piangono per tante vite spezzate, vogliamo al tempo stesso confermare il nostro impegno accanto al Popolo Palestinese per una pace fondata sulla giustizia ed il rispetto di tutte le vite. Alla scomparsa dei tre giovani coloni israeliani erano già seguite almeno sette morti, centinaia di arresti e distruzioni tra la popolazione palestinese oggetto di punizione collettiva da parte dell’esercito israeliano. Dopo una notte di bombardamenti sulla Striscia di Gaza, temiamo nuove rappresaglie contro la popolazione civile palestinese. Quante altre vite verranno spezzate? quante famiglie verranno distrutte dal dolore e dalla perdita?”