La proposta di nuova legge elettorale ha alle spalle una lunga polemica politica ma anche una importante sentenza della Corte costituzionale, che ,nel dichiarare incostituzionali alcune parti del c.d. “porcellum”, ha finito per tracciare alcune linee guida per il legislatore soprattutto su due punti. Il primo, relativo al premio di maggioranza che, secondo la Corte, in assenza di una soglia minima da raggiungere, porta ad una sovrarappresentazione irragionevole e sproporzionata della lista che lo conquista, in violazione del principio dell’eguaglianza del voto ( art.48 Cost.). Il secondo, relativo alle liste bloccate, che annullando ogni margine di scelta dell’elettore dei propri rappresentanti finisce per frustrarne i diritti di partecipazione politica, così come sanciti dall’art.49 Cost.
Su entrambi i punti, le soluzioni offerte dalla proposta in discussione appaiono assai poco soddisfacenti. Quanto al premio di maggioranza, la soglia è stata fissata, ma è molto bassa ( 37%) ; molto più bassa di quella prevista dalla famigerata legge “truffa” del 1953 ( 50%). Non solo, ma se il premio è assegnato ad una coalizione di cui fanno parte partiti che non raggiungono la soglia minima del 4,5%, si arriverebbe al risultato ( davvero paradossale) che tutti i seggi del premio verrebbero assegnati a partiti diversi, lasciando privi di rappresentanza partiti che hanno contribuito al raggiungimento del premio stesso e rendendo del tutto privi di effetto i voti conseguiti da questi ultimi. Quanto alle liste bloccate, è chiaro che la valutazione varia a seconda della lunghezza delle medesime . Non solo, ma se dovesse rimanere la possibilità delle candidature plurime, è chiaro che anche liste brevi finirebbero per tradire il diritto alla conoscibilità dei propri rappresentanti che la Corte ha intestato agli elettori.
Si tratta di due aspetti non marginali che, se letti insieme alle soglie differenziate e particolarmente alte previste per coalizioni e partiti non coalizzati, rendono il sistema elettorale che sta nascendo un sistema ipermaggioritario.