In questi vent’anni sono entrata più volte nel mondo di Ilaria, dal momento della sua esecuzione, quel 20 marzo 1994. Con la volontà di cercare nei suoi lavori una traccia per capire la sua morte, innanzitutto. Con la consapevolezza che quel che rimane dei suoi appunti sia solo una minima parte di quanto è stato purtroppo trafugato, eliminato, occultato. Sappiamo che Ilaria aveva raccolto materiale importante e anche le prove di un traffico d’armi e di rifiuti tossici individuando responsabilità: per questo è stata uccisa insieme a Miran, prima che potesse raccontare “cose grosse” come aveva annunciato alla Rai.
Abbiamo assistito a depistaggi, occultamenti, carte false, testimoni e/o persone informate dei fatti che hanno mentito non hanno detto tutto ciò che sapevano, altri sono morti in circostanze misteriose. …: il tutto spesso confezionato direttamente e/o con la complicità di parti e strutture dello Stato che hanno lavorato all’accreditamento ufficiale di false versioni manipolando fatti reali.
Sappiamo quel che è successo quella domenica 20 marzo 1994. Sappiamo quel che è successo prima e anche dopo.
Sappiamo il perché, forse anche da chi era composto il commando assassino. Non sappiamo con certezza chi ha ordinato l’esecuzione e chi ha coperto esecutori e mandanti.
Ma vogliamo cercare ancora, mettendo all’opera tutti gli strumenti della conoscenza: questo è il nostro impegno.
Ci sono documenti, testimonianze, informative, inchieste: un materiale enorme, accumulato in anni di inchieste giornalistiche, della magistratura, delle commissioni d’inchiesta parlamentari e governative, che “custodisce” i nomi e le prove.
Su parte di questo materiale è stato posto il segreto di stato che la legge prevede possa essere posto solamente “su atti, documenti, notizie, attività, cose e luoghi la cui conoscenza non autorizzata può danneggiare gravemente gli interessi fondamentali dello Stato”.
Pensiamo che cercare la verità, non ostacolarne la ricerca non danneggi la Repubblica italiana ma la onori esaltando i principi della Costituzione.
L’ufficio di presidenza della camera dei deputati nel dicembre 2013, su proposta della presidente Laura Boldrini ha avviato la procedura per de-secretare tutti i documenti archiviati dalle commissioni bicamerali d’inchiesta delle ultime tre legislature e dalla commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte di Ilaria Alpi e di Miran Hrovatin: una scelta importante che incontra il desiderio di verità e giustizia che viene dall’Italia migliore come testimoniano le tantissime firme già raccolte dall’appello di art. 21.
Lo rilanciamo con convinzione e gratitudine
* Presidente associazione ilaria alpi