La giustificata passione di alcuni nel dibattito sulla scuola di Perugia rischia di far perdere di vista non solo la realta’ dei fatti ma anche alcune considerazioni di buon senso. E’ davvero disdicevole che un gruppo editoriale finanzi una scuola di giornalismo? Forse per qualcuno può rappresentare un problema , ma io personalmente non ci trovo nulla di male se gli allievi dello IULM fanno pratica giornalistica nella sede di Cologno Monzese e non all’interno della Scuola medesima. Dopo 9 anni di Ordine nazionale e alcuni lustri di attenzione ai temi etici del nostro mestiere confesso di ritenere incomprensibile questo dogma, soprattutto a fronte di una crisi profonda come quella che l’editoria sta attraversando in Italia e altrove.ha ragione Cerrato quando scrive che magari tutti i grandi giornali volessero investire in formazione. Ce ne fossero di più … Mi limito dunque a condividere con alcune domande cui in alcuni casi mi e’ facile dare risposte. In altri lascio a chi di competenza la facolta’ di rispondere.
1) Può il servizio pubblico fare formazione e avere una scuola che prepari i suoi allievi alla pratica giornalistica? Accade in tutti i paese del mondo , non vedo perché no in Italia. Il problema e’ che in Italia c’è’ l’Ordine e dunque l’obbligo di superare un esame per diventare professionisti. Non appare discriminante togliere a una scuola – che abbia i requisiti d’eccellenza richiesti – la possibilità di far svolgere il praticantato? Che si tratti di Perugia, dello IULM , della Luiss o qualsiasi altra?
2) Può il servizio pubblico scegliere giornalisti formati nella sua scuola?
Sarebbe curioso il contrario, ma questo – soprattutto per il servizio pubblico – non può accadere in via esclusiva. Infatti, oltre ad esserci in Rai moltissimi colleghi formatisi in altre scuole di giornalismo (colleghi in questione se vi va dichiarate la vostra provenienza accademica, please), ricordo che il TG1 assunse (inizio 2010) 12 colleghi per il suo sito selezionandoli dalla Lumsa e dalla Luiss, altrettanto avvenne per le selezioni nelle sedi. Apprendo inoltre che il concorso pubblico RAI (il primo dal 2008 !!) sarà aperto a tutti i giornalisti professionisti, quindi anche i colleghi provenienti dalle altre scuole.
3) La scuola di giornalismo di Perugia ha ottenuto fra maggio e giugno 2013 il via libera dell’esecutivo dell’ordine dei giornalisti presieduto da Enzo Iacopino per il riconoscimento del praticantato ai suoi allievi. La convenzione viene rinnovata per ogni Master che ne faccia richiesta ogni due anni dal 1992, dopo verifica attenta da parte del CTS (comitato tecnico scientifico dell’Ordine) che ne attesti l’osservanza ai requisiti contenuti nel Quadro di indirizzi.
4) Perché solo ora si pone la questione scuola aziendale o meno e solo per Perugia?
5) Esistono altre scuole che hanno contiguita’ con gruppi editoriali? Qual’e’ il loro placement reale ? insomma riescono a far lavorare i loro allievi una volta conseguito il Master? E per caso in questi gruppi editoriali esistono precari ? Quali sono i tempi di stabilizzazione dei precari?
6) Perché il Presidente dell ‘ordine nazionale nel suo precedente mandato non ha lavorato come richiesto da tanti a una RIFORMA RADICALE DELL’ORDINE che per esempio superasse la obsoleta e discriminante divisione fra chi ha avuto un praticantato e chi no? (costringendo nel Limbo del pubblicismo a vita migliaia e migliaia di giornalisti veri , cui viene preclusa ora la possibilità di partecipare al CONCORSO PUBBLICO PER GIORNALISTI Che verrà promosso dalla Rai? Il ricongiungimento e’ solo una dichiarazione di intenti, una legge di riforma avrebbe avuto ben altro impatto
7) Perché non abbiamo ancora capito quale riforma vuole fare il Presidente Iacopino? Per esempio come intende riformare la distinzione fra pubblicisti e professionisti? Rifiuto di credere che sia perché la sua maggioranza al Consiglio e’ costituita da sempre soprattutto da consiglieri pubblicisti.
8) Perché in Italia per studiare da giornalista e sostenere l’esame da professionista bisogna essere ricchi o far indebitare le proprie famiglie e non come accade nel resto dei paesi civili frequentare un’università anche pubblica? E poi eventualmente fare l’esame ? La Riforma risolverebbe questo vulnus.
9) Perché a fronte di tanti colleghi usciti dai master disoccupati e di tanti disoccupati e basta non si fa una moratoria di almeno due anni sui master giornalistici? Si potrebbe far concludere il biennio a chi lo sta facendo , offrendo maggiori opportunità di lavoro a chi non ce l’ha invece di scodellare centinaia di nuovi aspiranti disoccupati. Ma forse i direttori delle scuole di giornalismo non sarebbero d’accordo . E l’Ordine?