Mario Borghezio, eurodeputato della Lega e, inverosimilmente, membro della Commissione per le libertà civili è stato sospeso o quantomeno indotto all’autosospensione dal gruppo “Europa della libertà e della democrazia” di cui l’esponente del Carroccio fa parte. Il gruppo di euroscettici, conservatori e nazionalisti della Efd non ha affatto gradito le espressioni razziste pronunciate dal collega nei confronti della ministra italiana Cecile Kyenge e ne ha chiesto l’espulsione ottenendo, per adesso, la sua autosospensione. Borghezio pertanto non si è affatto autosospeso come egli stesso ha dichiarato “per tutelare la Lega e l’Efd in attesa di fare piena chiarezza sulle sue frasi (“lei è una bonga bonga”, nominarla “è stata una scelta del cazzo”, ndr).
Alla autosospensione ha sensibilmente contribuito la petizione lanciata da Articolo21 sul sito Change.org e che ha ottenuto in pochi giorni oltre 130mila firme.
Lunedì 20 maggio il presidente del Parlamento Martin Schulz in apertura di seduta ha espresso “vergogna” per le dichiarazioni di Borghezio citando la petizione di Articolo21. Quando il giorno successivo siamo stati ricevuti dai capigruppo di socialisti e democratici, popolari, liberali, verdi, comunisti gruppi diversi che, all’unisono hanno espresso altrettanta vergogna per le affermazioni offensive dell’esponente del Carroccio ai danni del ministro dell’Integrazione Kyenge abbiamo subito pensato che non si trattasse di un incontro rituale ma di una forte presa di coscienza e di una indignazione vera della gran parte del parlamento europeo per le affermazioni del deputato del Carroccio.
L’autosospensione di Borghezio di oggi dal gruppo Efd è pertanto la vittoria di 130mila cittadini che hanno voluto ribadire un concetto: “fuori il razzismo dal Parlamento europeo”. Ora che dal Parlamento europeo si è levata una voce così forte nei confronti di Borghezio sarebbe ora e tempo che arrivasse un pronunciamento altrettanto netto dall’Italia magari appellandosi a quella legge Mancino che condanna gesti, azioni e slogan aventi per scopo l’incitazione alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali, etnici religiosi o nazionali.
P.S. “Mario Borghezio ha fatto pubblicamente le sue scuse al ministro Kyenge e si è reso disponibile per “invitarla a cena e stringerle la mano”. Scuse tardive e ridicole che si è sentito obbligato a fare solo perché è stato sospeso dal suo gruppo e rischia l’espulsione”. “Tuttavia, ammesso e non concesso che le sue scuse siano in buona fede, a quando le scuse nei confronti dei “clandestini bastardi” e dei meridionali “palla al piede” come lui stesso a più riprese li ha definiti?”.