Colpire i media a Gaza significa che, in caso di attacco di terra da parte di Israele, non potranno essere diffuse informazioni. E’ l’allarme lanciato dai giornalisti di diverse nazionalità che si trovano a Gaza, subito dopo il raid aereo che ha centrato un complesso nel nord della Striscia che ospita gli uffici di diverse testate internazionali, tra cui il canale televisivo al-Quds, vicino ad Hamas. Nell’attacco sono rimasti feriti 6 giornalisti e Khader Al Zahar ha perso una gamba.
Sul conflitto in Medio Oriente è intervenuto anche il magnate dei media, Rupert Murdoch, con un tweet in cui ha posto un quesito che ha sollevato numerose critiche, con cui chiede: ”Perché la stampa di proprietà ebraica è regolarmente anti-Israeliana in ogni crisi?”. In un precedente intervento in rete su Twitter Murdoch aveva attaccato la copertura mediatica del conflitto offerta da Cnn e Ap sottolineando: ”Il Medio oriente può degenerare in un giorno. La posizione di Israele è precaria”.
Michele Giorgio, giornalista italiano del Manifesto, da Gaza attraverso Twitter e tramite la sua pagina Facebook informa che nel pomeriggio di ieri attimi di forte paura ci sono stati anche per gli otto cooperanti italiani che lavorano a Gaza, per un bombardamento avvenuto a poche decine di metri di distanza dai loro uffici, contro una postazione della guardia costiera.