Pubblichiamo di seguito la risposta di Federico Orlando, presidente di Articolo21, sul quotidiano Europa ad un lettore: “Bellocchio avrà i suoi cofinanziamenti regionali fino al 31 dicembre, ma la lotta deve continuare nel paese…”
“Cara Europa, finalmente una buona notizia ne «lo ciel piovorno» di Miramare, tra le nuvole della crisi, della disoccupazione, della fuga dei cervelli verso la Mitteleuropa (nostra patria di sempre). È stato scongiurato lo scivolone della città di Svevo e Magris, e cioè il niet clericale con qualche distrazione del Pd, al finanziamento del film di Bellocchio ispirato alla vicenda di Eluana Englaro. La regione Friuli Venezia Giulia, attraverso il suo ente di sostegno,la Fvg Film Commission, aveva previsto per La bella addormentata 330 mila euro. Che però erano stati cancellati dall’assessore leghista alla cultura, Federica Seganti. Alla signora, sostenuta fino a un mese fa con articoli e lettere aperte da un altro leghista, il presidente della provincia di Udine Pietro Fontanini, non mi pare siano venute chiare e intransigenti contrapposizioni da parte del Pd, cioè dai suoi personaggi più autorevoli: dalla segretaria regionale onorevole Serracchiani al sindaco di Trieste, definito dallo stesso Marco Bellocchio «disponibile seppur prudente». Che io tradurrei in “non coraggioso”, visto che nell’Italia clericobancaria 2012 bisogna avere coraggio per sostenere le libertà anche di chi non bacia la sacra pantofola”.
Italo Stucov, Trieste
Caro Stucov, la ringrazio per la bella notizia, di cui naturalmente i giornali italiani sono all’oscuro. Evviva la libertà di stampa, l’articolo 21, la resistenza contro la metodica distruzione delle libertà di espressione. Non dimentichiamoci del Fus (Fondo unico per lo spettacolo) ridotto dal governo Berlusconi. A tale riduzione le regioni hanno opposto qualche resistenza istituendo appunto le Film Commission regionali. Si sono fin qui distinte soprattutto in Piemonte, in Puglia e, guarda caso, in Friuli-Venezia Giulia. Segno ulteriore che si aspettava proprio un tema “sensibile” per dire un no: quel no che, lei mi dice, è stato revocato nelle scorse ore. Ma il problema non si chiude qui: Bellocchio avrà i suoi cofinanziamenti regionali fino al 31 dicembre, ma la lotta deve continuare nel paese, in tutti i settori del lavoro culturale che non vogliono avvilire, insieme alla loro esistenza materiale, la loro coscienza civica.
Il 19 luglio, nel salone della provincia di Roma (Palazzo Incontro, via dei Prefetti 22, ndr) messa a disposizione da Nicola Zingaretti, si terrà l’assemblea annuale di Articolo 21, occasione per giornalisti, autori cinematografici e teatrali, attori, registi, musicisti, ballerini, scrittori e altri protagonisti della comunicazione, anche per prendere spunto dalla vicenda Friuli-Bellocchio e rivendicare alla repubblica laica e sovrana il diritto-dovere di assicurare ai suoi cittadini, di tutte le fedi politiche e religiose, la possibilità di manifestare il proprio pensiero. Anche con l’aiuto pubblico (vedi sovvenzionamento alle scuole private col 5 per mille, deciso dal governo). L’angustia attuale del paese non può diventare, con la complicità di governi centrali, regionali o locali, un paravento per colpire chi non si piega a dogmi e censure.
In quell’occasione, sarà rivolto un appello alla mobilitazione delle maestranze, romane e non, come quelle che hanno manifestato a Montecitorio contro l’avvilimento di Cinecittà. Per citare, in Friuli Venezia Giulia le intese Pdl, Udc e Lega hanno rischiato di colpire non solo il film di Bellocchio ma «tutto il cinema». Come ha scritto a suo tempo una nota di Repubblica, visto che in quella sola regione la Fvg Film Commission riceve 8 milioni e dà lavoro a centinaia di persone. Siccome le Commission in Italia sono 19, sabotarle per odio ideologico sarebbe delitto non solo contro la cultura ma anche contro il lavoro. Perciò, siamo lieti che le cose in Friuli si siano concluse così, ma restiamo vigili. Il Pd – come s’è visto anche nelle recenti discussioni che hanno accompagnato la commissione Bindi sui diritti – si deve decidere a inserire nel suo “sociale” anche i diritti civili nuovi, definendone contenuti e forme compatibili con l’essenza delle varie culture, di cui siamo figli e, per quel ch’è possibile, continuatori.
Federico Orlando